Escort e cene come tangenti A Palermo dieci in manette

Le sale da gioco e i centri scommesse sono i nuovi business di Cosa nostra che corrompeva funzionari dei Monopoli di Stato per ottenere in tempi rapidi concessioni e licenze. Lo ha scoperto la Dia di Palermo che, con l’accusa di corruzione aggravata dall’associazione mafiosa, ha arrestato dieci persone. In carcere, tra gli altri, l’ex direttore dell’agenzia dei Monopoli siciliani, attualmente responsabile delle sedi di Campania e Sardegna, il vicedirettore della sede siciliana, una dipendente che nel 2003 era stata insignita del titolo di Cavaliere della Repubblica e un dipendente che attualmente è assessore all’Urbanistica in un Comune del palermitano. Secondo gli investigatori per accelerare le pratiche per le concessioni di sale giochi i prestanome dei boss «offrivano» ad alcuni funzionari vacanze, escort e cene. La corruzione funzionava anche per conoscere in anticipo i controlli che i Monopoli avevano intenzione di fare: i funzionari corrotti in cambio di una cena o di elettrodomestici, facevano sapere ai titolari dei centri che stavano per scattare gli accertamenti.

Tra i corruttori il titolare di una società catanese aggiudicataria di 24 sale giochi e 71 punti Snai che secondo gli investigatori sarebbe in affari con Sebastiano Scuto, proprietario di una serie di supermercati condannato per associazione mafiosa. Ai domiciliari, invece, è finito l’ex amministratore della sala bingo Las Vegas di Palermo, confiscata dagli inquirenti in un’indagine sul riciclaggio di denaro da parte della mafia.

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