Un esercito di volontari a De Ferrari per distribuire abbracci ai passanti

Domani pomeriggio il raduno nazionale di «Free hugs» con gran finale intorno alla fontana

Un esercito di volontari a De Ferrari per distribuire abbracci ai passanti

Marina Sirtori

Provare per credere. Qualcuno lo ha già fatto, altri lo rifaranno, altri ancora continuano a girare alla larga, ma solo perché non hanno il coraggio di lasciarsi andare. Comunque anche a loro sarà offerta presto un’altra occasione. «Sì, le garantisco. Credevo che i genovesi si sarebbero comportati come se avessere ingoiato una scopa, invece no. Da due o tre che eravamo presto siamo diventati decine a fermare la gente, e che strette calorose!». A parlare è René Andreani, sessantasettenne radicale genovese («per anni sono stato il partito radicale a Genova»), oggi «padre» dell’iniziativa «Free hugs» che tradotta in spiccioli vuol dire «abbracci liberi».
Più di una persona lo avrà incontrato, proprio nelle settimane scorse, nel bel mezzo di via XX Settembre, mentre fermava i passanti proponendo loro degli abbracci, nell’ambito della giornata di «Free Hugs», cioè abbracci gratis e anche liberi. «Un vero successo, oltre ogni aspettativa. Perché l’idea lanciata dall’australiano Juan Mann, che per primo pensò di avvicinarsi ad una persona sconosciuta ed abbracciarla, strappandole come minimo un sorriso, ha fatto presa anche qui tra i genovesi, notoriamente poco inclini al sorriso tanto più con degli sconosciuti. All’inizio eravamo due o tre, con i cartelli che spiegavano cosa stavamo lì a fare, poi più di una persona ha deciso di rimanere al nostro fianco per fermare come noi i passanti ed abbracciarli. Sono rimasto scioccato, proprio io che ho trascorso giorni interi nel mio passato di radicale a raccogliere firme con i banchetti in via XX Settembre, proprio io che i genovesi posso dire di conoscerli bene».
E siccome gli abbracci sono come le ciliegie e uno tira l’altro, ecco che l’inarrestabile René ha deciso di ripetere l’iniziativa, e di ripeterla alla grande. «All’inizio pensavo di dedicarmi, io e gli altri, agli abbracci una volta alla settimana. Poi spinto da tanto entusiasmo per la prima giornata “free hugs“, ho deciso di organizzare per domani, 2 dicembre, un raduno nazionale proprio qui, a Genova. L’appuntamento sarà alle ore 15 sotto i portici di via XX in piazza De Ferrari e culminerà con un abbraccio generale, spero di enorme portata, proprio intorno alla fontana». E c’è da credere che si tratterà davvero di una folla di persone. «Il 12 novembre abbiamo abbracciato tra i trecento e i quattrocento passanti. Ora che arriveranno “freehuggers“ anche da fuori città, chissà alla fine quanti saremo».
E per rendere più piacevole il pomeriggio dedicato al sorriso (il volantino recita che un bambino di 4 anni ride 400 volte al giorno, un adulto di 50 solo 14 volte e un anziano di 70 quasi mai), ecco anche una grande merenda: «Sì, ci sarà focaccia per tutti e sarà gratis, come gli abbracci. Quanto al vino - sorride Andreani -, chi ne ha e vuole conviderlo con gli altri, purché sia buono e genuino, lo può portare al raduno».
Abbracci, sorrisi, focaccia. Ma non solo. Perché l’abbraccio libero è approdato anche in pizzeria, grazie all’intraprendenza del gestore del ristorante Bailamme a Pegli. «L’idea è stata quella di offrire in omaggio l’altro lunedì, ai clienti della pizzeria la focaccia “abbraccio libero“ ad un’unica condizione: abbracciarsi all’interno del locale». Anche in questo caso grande successo, tanto che da Bailamme sono decisi a ripetere l’iniziativa tutti i lunedì sera. «La focaccia “abbraccio libero“ - spiega Andreani che è vegetariano convinto e ricopre la carica di responsabile nazionale dell’associazione vegetariana italiana - è una focaccia a lievitazione naturale con aglio, origano e rosmarino (eventuale aggiunta di olio d’oliva extra-vergine con peperoncino piccante) certificata “vegan“, cioè senza prodotti di origine animale».


Così, tra un abbraccio e una focaccia “vegan“, proprio come suggerisce Andreani, «si abbassano le difese che ci siamo costruiti e che ci rendono infelici».
A proposito, pare che l’«abbraccio libero» funzioni anche davanti a una bistecca.

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