Cronaca locale

Gli esperti smontano l’Ecopass: non servirà a combattere lo smog

L’Istituto Leoni: «Così si crea solo una città di serie A e B. Soluzioni? Lo stop alle auto nel centro storico»

«Adesso, c’è la Milano di serie A e quella di serie B. Risultato di un ticket d’ingresso che, senza troppi giri di parole, è una tassa. Un’ecotassa senza alcuna ratio e, quindi, nessuna meraviglia se piace ai verdi». Sottolineatura, quest’ultima, «dell’inutilità del provvedimento caro al sindaco Letizia Moratti». Valutazioni firmate da Carlo Stagnaro, direttore del dipartimento Energia e ambiente dell’Istituto Bruno Leoni ovvero il think tank del pensiero liberale italiano.
Il vostro "no" al progetto milanese l’avete messo nero su bianco in centoventi pagine. Ma professore, in una battuta, perché lo giudicate un provvedimento inutile?
«Se l’inquinamento è il sintomo e non la causa, be’ l’Ecopass non risolve affatto il problema. Il ticket ha un impatto del tutto marginale sullo smog perché offre una risposta rozza e insufficiente: quei milioni di particelle delle polveri sottili non hanno una carta d’identità e, quindi, non si modifica niente se il traffico dal centro si sposta sulla periferia».
Scusi, Stagnaro, ma se c’è qual è un’alternativa valida al ticket di Palazzo Marino?
«Attualmente, il risultato ottenuto dal sindaco è quello di aver creato due Milano, quella di serie A e quella di serie B. Bisogna aver chiaro cosa si vuole: ad esempio, l’obiettivo è liberare il centro dal traffico? La soluzione, allora, è la chiusura del centro storico, lo stop alle auto».
Chiarezza mancata alla radice della decisione presa dal Comune, dunque.
«Lo dicono i fatti. E sempre i fatti, la quotidianità ci offre l’alternativa: quella che aveva ipotizzato l’ex sindaco di Milano, Gabriele Albertini».
Quella di far pagare l’ingombro?
«Esattamente, dare un prezzo alle strade. Albertini si era mosso su un principio: quando c’è una domanda di traffico ci sono disagi e, quindi, si alzano i costi. L’occupazione del suolo pubblico con un’automobile è un costo».
In sintesi, la congestion charge andrebbe rimborsata.
«Idea liberale e di buon senso che dimostra la contraddizione del ticket morattiano, secondo cui un Euro 0 inquina solo quando passa oltre la cerchia dei Bastioni. La Moratti sbaglia... ».
Scusi, professore, ma l’introito servirà anche a finanziare interventi per la mobilità, infrastrutture...
«Prova che l’Ecopass è una tassa. Una tassa fatta e finita per i cittadini, dimenticando tra l’altro che il trasporto pubblico è già sussidiato. Sarebbe un sussidio ingiusto estratto da chi si muove in macchina e a vantaggio di chi utilizza i mezzi pubblici. Trasporto pubblico che, diciamocela tutta, non ha un problema di risorse bensì di inefficienza. E poi, attenzione, il sindaco Moratti toglie i quattrini ai cittadini e li spinge pure all’acquisto di una nuova vettura».
Non crede di esagerare?
«Chi non ha una vettura Euro 4 è tassato e, quindi, è spinto a cambiare l’auto, a rottamare il suo macinino. Ma, sorpresa, secondo le industrie automobilistiche tempo tre anni e anche l’Euro 4 è superato. Di conseguenza chi oggi non paga questa tassa d’ingresso la pagherà fra trentasei mesi. Ma se questa del ticket è solo sperimentazione, allora si dimostra l’inutilità del ticket di un Comune che avrebbe dovuto, invece, proseguire nella strada impressa dal sindaco Albertini».
Giudizi drastici che non trovano però eco nelle considerazioni degli ambientalisti sempre pronti a bacchettare il centrodestra.


«Se piace ai verdi è veramente una tassa inutile».

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