Esplosioni a Bangkok: tre morti, più di 70 feriti

Una serie di cinque esplosioni ha scatenato il panico in Thailandia. Il bilancio, ancora provvisorio, delle vittime è di 3 morti e almeno 75 feriti. Gli attentati hanno colpito Silom, il principale distretto finanziario di Bangkok. Frattini: "Non risultano italiani feriti"

Esplosioni a Bangkok: tre morti, più di 70 feriti

Bangkok - Una serie di cinque esplosioni ha scosso oggi il distretto finanziario di Bangkok, provocando la morte di almeno tre persone e il ferimento di altre 100, tra cui diversi stranieri. Lo hanno riferito fonti ospedaliere e i media thailandesi, mentre sale la tensione nel confronto tra migliaia di manifestanti anti-governativi e i soldati. Un portavoce dell’esercito ha detto che le esplosione sono state provocate dallo scoppio di granate M-79. Centinaia di soldati, armati con fucili automatici, sono nella zona da lunedì scorso per dissuadere le migliaia di manifestanti dal marciare nel distretto di banche e uffici. Non lontano dal luogo delle esplosioni, decine di migliaia di dimostranti, che sostengono l’ex-primo ministro Thaksin Shinawatra, hanno rafforzato con barricate artigianali il proprio quartier generale nella zona commerciale di Bangkok, aspettando in qualsiasi momento l’arrivo dell’esercito. Nessuna delle due parti mostra segni di arretramento dopo il caotico tentativo dell’esercito di sradicare i manifestanti da un’altra zona lo scorso 10 aprile, in scontri che hanno provocato la morte di 25 persone e il ferimento di altre 800. L’esercito ha nuovamente avvertito che potrebbe disperdere con la forza le "camicie rosse", movimento composto prevalentemente dai poveri delle zone rurali e urbane. "I vostri giorni sono contati", ha detto oggi il portavoce dell’esercito. "Se ve ne andate ora non sarete perseguiti. Ma se aspetterete fino all’arrivo delle forze dell’ordine, sarete perseguiti. Potrete essere anche colpiti da proiettili vaganti durante gli scontri tra le forze di sicurezza e i terroristi pesantemente armati".

Le camicie rosse I capi delle camicie rosse hanno detto che lasceranno Bangkok solo quando il primo ministro annuncerà lo scioglimento del Parlamento e indirà elezioni anticipate. Circa 20.000 manifestanti hanno occupato tre chilometri quadrati nel centro di Bangkok. "Non ho paura", dice Saisunee, 23 anni, che fa parte delle camicie rosse. "Qui c’è molta gente, non penso che l’esercito possa colpirci". Qualsiasi tentativo di disperdere i manifestanti rischia di trasformarsi in un bagno di sangue, con la prospettiva che gli scontri si diffondano anche nelle zone residenziali. Un gruppo filogovernativo "multicolore" ha detto di voler riunire 50.000 persone per una manifestazione nel centro della capitale davanti alla sede del governo per chiedere che le camicie rosse vengano fermate. Questo gruppo comprende impiegati d’ufficio, proprietari di negozi, la classe media e i membri delle "camicie gialle" filogovernative, che due anni fa manifestarono a Bangkok per far cadere il governo degli alleati di Thaksin. Oggi circa 200 camicie rosse hanno manifestato davanti al quartier generale regionale della Nazioni Unite a Bangkok per chiedere che vengano impiegati i caschi blu per garantire la sicurezza.

Frattini: "Nessun italiano ferito" Non risultano cittadini italiani coinvolti nella serie di esplosioni, almeno quattro, che hanno scosso il centro di Bangkok. Ne dà notizia la Farnesina. Dagli accertamenti effettuati dall’ambasciata italiana a Bangkok in coordinamento con l’Unità di Crisi della Farnesina, riferiscono fonti del ministero degli Esteri, è stata esclusa la presenza di connazionali tra i feriti. Il centro commerciale e turistico della capitale thailandese è occupato da settimane da manifestanti antigovernatitivi.

Dalla metà di marzo le «camicie rosse», fedeli all’ex primo ministro Thaksin Sinawatra, chiedono le dimissioni del capo del governo Abhisit Vejjajiva e la convocazione di nuove elezioni. Il 10 aprile scorso, un’operazione militare per sgomberare le i manifestanti ha provocato 25 morti e 800 feriti.

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