Christian Boiron, esiste davvero una ricetta della felicità?
«Una no. Ma da quarantanni ne studio i meccanismi e cerco di applicarli anche in azienda. E, alla fine, ho elaborato una ginnastica della felicità».
Bisogna allenarsi?
«Sì, è un training che serve non a costruire la felicità, bensì a ritrovarla dentro di noi. Innanzitutto eliminando i condizionamenti».
E quali sono?
«Sono credenze che ci impediscono di essere noi stessi e, quindi, felici. Per esempio: non sono creativo, non sono abbastanza intelligente, devo lottare tutto il giorno. Oppure: se non mi prendessi a calci, la mattina non farei nulla».
Non è vero?
«Ma certo che no. Basta trovare quello che ti piace e diventi iperattivo».
Altre regole?
«Primo: riflettere e poi scrivere la nostra filosofia di vita, tirar fuori le cose che pensiamo. Un diario quotidiano, bastano quindici minuti al giorno».
Per quanto tempo?
«Sei mesi».
In sei mesi si cambia vita?
«Poi bisogna proseguire, ma sei mesi bastano per elaborare una visione della vita e avere la voglia di applicarla. Poi serve un po di meditazione quotidiana, per lasciare agire il nostro cervello in libertà. Un po come quando facciamo partire la lavastoviglie dopo la cena».
E questa pulizia avviene anche nella testa?
«Sì. Ma per questo è importante la gestione delle emozioni, che sono la spia di un condizionamento».
E a quel punto?
«Devo prendere le distanze. Una volta che trovo un condizionamento pericoloso, quello sparisce. È facile».
Un po troppo...
«No. La parte più difficile è convincersi a farlo. E poi bisogna liberarsi di due condizionamenti sociali e culturali fortissimi: il senso di colpa e la drammatizzazione».
È solo questione di testa?
«No, serve anche la dieta, quello che chiamo listinto alimentare. Pochi zuccheri artificiali, meno cibi cotti, pochi grassi cotti o cereali tostati».
Ma la felicità è un diritto?
«Sì, il primo di tutti. Ed è molto accessibile: tutti possono essere felici, la libertà è nella nostra testa».
Lei è felice?
«Sempre di più. Lavoro tantissimo e sono sempre più felice».
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