Valeria Arnaldi
Un coro di lamentele per l’imminente Estate Romana, bella solo per chi se la gode in trasferta. A pochi giorni dall’inizio della manifestazione capitolina, fissato per il 28 giugno, sono molti a lamentarsi della sua organizzazione. Primi tra tutti, i cittadini residenti. La loro battaglia è cominciata la scorsa estate, con una pioggia di lamentele indirizzate al difensore civico Ottavio Marotta. «Ad essere sotto accusa - spiega Marotta - sono stati principalmente gli spettacoli organizzati all’Isola Tiberina e all’Ostiense. Il volume, eccessivamente alto della musica ha disturbato i residenti, ma, nel caso dell’Isola Tiberina, persino i pazienti dell’ospedale Fatebenefratelli».
Una lettera dei dirigenti sanitari della struttura al sindaco Walter Veltroni - in cui si sostiene l’importanza di equilibrare il desiderio di vivacizzare la vita notturna dell’area con il rispetto per chi la occupa - unita alle proteste, questa volta presentate in anticipo, del difensore civico, sembra aver costretto il Comune a rivedere l’organizzazione degli eventi. La strategia capitolina, per quest’estate, prevede una strenua lotta al rumore: via, quindi, alla musica dal centro storico. Il «Gay Village» abbandona Testaccio per trasferirsi in periferia, probabilmente all’Eur, e «L’altra Sponda», discoteca sulla banchina nei pressi di Trastevere, rimasta senza sede, non aprirà i battenti. Il suo spazio sarà occupato da «Over Anta», manifestazione dedicata agli anziani. Un sensibile cambio di rotta, che interessa anche il «Testaccio Village», aperto solo una settimana nel mese di settembre, a Piramide Cestia, di fronte al cimitero cattolico, per una più tranquilla manifestazione dedicata ad intercultura e multietnicità.
La «messa in ordine» del centro non poteva non interessare l’Isola Tiberina: il cinema resta, ma a volume abbassato. Alla musica, le cose non sembrano andare meglio in periferia. Sì a concerti e discoteche, ma con regole ben precise, il cui mancato rispetto potrebbe comportare la revoca della concessione. La musica dal vivo sarà consentita solo fino alle 23,30, quella registrata fino alle 24.30 e, fino all’una quella in locali e apposite strutture insonorizzate. Ogni iniziativa potrà durare solo 45 giorni, inclusi montaggio e smontaggio degli allestimenti. Un limite quest’ultimo che preclude la partecipazione a molte piccole organizzazioni, che proprio sul lungo periodo speravano di rifarsi delle spese.
L’altra pietra dello scandalo era Ostiense, che quest’anno, però, è salvo grazie all’apertura del cantiere degli ex Mercati Generali, prevista a settembre ed anticipata a questo mese. Spostate tutte le manifestazioni previste nella piazza centrale, che si terranno, invece, a parco Schuster davanti alla Basilica di San Paolo. Musica vietata anche alle feste di partito, organizzate nel perimetro esterno dei Mercati: solo stand, cabaret e dibattiti.
Ma le proteste dei residenti non sono le uniche a gettare ombra sull'Estate Romana. Ad essere scontenti sono, infatti, anche i presidenti di alcuni municipi. «Non c’è concertazione con il Comune - commenta Massimiliano Smeriglio, presidente dell’XI Municipio - L’assessorato alle Politiche Culturali si limita a comunicare ai nostri uffici quali spazi occuperà e con quali iniziative, senza chiedere un nostro consulto e non dandoci neanche il tempo, eventualmente, di adeguare le aree scelte per causare il minor disturbo possibile ai nostri residenti».
La protesta del municipio, fino ad oggi silenziosa, quest’estate prenderà corpo con un programma di spettacoli alternativo. «Un’estate romana, sì, ma di Roma XI - continua il presidente - Teatro, danza, cinema, ci sarà un po’ di tutto, manca solo una cosa per partire: l’Assessorato ci deve ancora far sapere quali spazi ha intenzione di occupare. Noi, per esclusione, gestiremo gli altri». Scontento, anche, Marco Visconti, presidente del XIX municipio: «Da anni, chiediamo al Comune di inserire il nostro territorio nel programma della manifestazione.
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