Dopo 90 anni deputate velate in Parlamento

Ankara È caduto in Turchia un altro simbolo della Repubblica laica fondata nel 1923 sulle rovine dell'impero ottomano dal padre della patria Mustafa Kemal Atatürk con l'ingresso per la prima volta in 90 anni di quattro deputate velate nella Grande Assemblea di Ankara. La stampa turca parla di «giornata storica». L'opposizione denuncia un nuovo passo nel progetto di reislamizzazione del Paese del premier Recep Tayyip Erdogan. Da 90 anni le deputate turche, anche quelle dei partiti islamici e ultra-conservatori, partecipavano ai lavori del Parlamento a capo scoperto in nome del principio della netta separazione fra Stato e religione imposta da Atatürk. C'era stato un solo precedente. Nel 1999 la neodeputata del Partito islamico della Virtù (Pf, vietato nel 2001, predecessore dell'Akp di Erdogan), Merve Kavakci, si era presentata alla cerimonia del giuramento indossando il turban, il velo in turco. Era stata accolta da fischi e urla «fuori!» e subito espulsa. L'allora premier, il kemalista Bülent Ecevit, aveva tuonato: «Qui non si sfida lo Stato: informate quella donna dei suoi limiti!». Da allora molte cose sono cambiate in Turchia.

E oggi le proteste dei deputati laici sono state molto più moderate che 14 anni fa, quasi un'ultima schermaglia di retroguardia. Le quattro velate, accolte da qualche grido ostile, hanno poi partecipato indisturbate alla seduta, applaudite e fotografate coi telefonini dai compagni di partito.

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