E dove sarebbe il problema? La Russia conferma l'anticipazione del quotidiano tedesco Bild, che aveva dimostrato con tanto di foto satellitari che diverse batterie di missili terra-terra Iskander erano state dislocate nel corso del 2013 nel territorio russo di Kaliningrad e puntate verso Occidente, ma cerca di ridimensionare la portata della notizia. Il dispiegamento degli Iskander a ridosso dell'Europa, ha sostenuto il portavoce del ministero della Difesa russo generale Igor Konashenkov, non viola alcun accordo internazionale perché Kaliningrad fa parte del settore militare occidentale russo.
Insomma, aver piazzato «un numero a due cifre» (così la Bild) di batterie di missili in grado di portare testate nucleari a pochi chilometri dal confine di due Paesi membri della Nato (Polonia e Lituania) e mettendo tra le città raggiungibili dal loro tiro Berlino e Varsavia non costituirebbe una seria minaccia alla tranquillità del nostro continente e tantomeno un rigurgito di guerra fredda.
Per chi non è espertissimo di storia e geografia, bisogna ricordare che Kaliningrad non è semplicemente la più occidentale delle province russe. Fino al 1945 il territorio apparteneva al Reich tedesco e la sua città capoluogo portava l'antico nome di Königsberg, patria del celebre filosofo Immanuel Kant. Dopo che l'Armata Rossa l'ebbe conquistata, Stalin provvide alla sua annessione all'Unione Sovietica, che all'epoca - e fino al 1991 - includeva le tre Repubbliche baltiche di Estonia, Lettonia e Lituania. L'accesso all'indipendenza di questi Paesi fece sì che Kaliningrad rimanesse una exclave russa circondata dai territori polacco e lituano, che alcuni anni dopo sarebbero diventati parte integrante dell'Alleanza Atlantica. Questo per chiarire che oggi Kaliningrad rappresenta un avamposto russo entro la Nato e l'Unione Europea, con tanto di accesso al mar Baltico per la sua flotta da guerra, e che ogni mossa militare che la riguarda ha un significato particolare.
La mossa di Putin non giunge in realtà inattesa: è dal 2011 che il Cremlino minaccia di installare i suoi missili a Kaliningrad come risposta al progetto di scudo antimissile americano nell'Europa orientale, che prevede una base in Polonia. E proprio ieri Varsavia ha espresso la sua «preoccupazione», annunciando consultazioni con gli alleati atlantici in vista di «un'eventuale risposta».
Un teatro geostrategico assai complesso, che vede lo scontro degli interessi russi con quelli europei e del loro alleato americano. Scontro che in queste settimane si è riacceso anche in Ucraina, di cui Mosca e Bruxelles (quest'ultima apertamente appoggiata da Washington) si contendono la firma a un trattato di associazione a una zona di libero scambio. Sono partite di grande importanza politica ed economica, nelle quali Putin gioca un ruolo di potenza regionale con forti ambizioni, consapevole che se quella di Kiev diventasse una storia di successi dopo un eventuale distacco dalla tutela di fatto esercitata da Mosca, anche al Cremlino le elite politiche attualmente al potere avrebbero di che preoccuparsi.
Partita complessa, appunto, di cui fanno parte anche gli imminenti Giochi olimpici invernali di Soci in Russia, sui quali Putin ha molto
investito in termini di prestigio. Una serie di annunciate defezioni eccellenti dalla cerimonia di inaugurazione - da Obama a Hollande fino al presidente tedesco Joachim Gauck - sembrano pure avere un significato politico.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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