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Una catena umana di 15 chilometri contro Putin

Una catena umana di 15 chilometri contro Putin

Mosca Volevano dare «l’addio all’inverno della politica russa» sperando in una «primavera senza Putin» gli oltre trentamila manifestanti che sotto l’ennesima nevicata hanno dato vita ad una inedita catena umana lungo i 15 chilometri del Sadovoie Koltsò, l’anello dei giardini che gira intorno al centro di Mosca. Un abbraccio, ma anche un assedio pacifico alla capitale in vista delle presidenziali del 4 marzo, che dovrebbero incoronare zar Putin per la terza volta. «Bocciamo Putin», era lo slogan principale della manifestazione, ispirato al doppio senso di un verbo russo (scarrozzare ma anche non passare alle elezioni) e scritto su un adesivo a forma di targa automobilistica dove i numeri erano quelli della data del voto (04-03-12). Anziani, giovani, famiglie con bambini, tutti allineati in un gigantesco serpentone col nastro bianco icona della rivolta e con palloncini dello stesso colore, pronti a contraccambiare i saluti e i colpi di clacson di molti automobilisti solidali, spesso con gli stessi simboli.
«Putin non può restare al potere per sempre, noi continueremo a scendere in piazza», promette un giovane attivista. «Vogliamo elezioni oneste, basta con i brogli di questo regime», gli fa eco una donna vicina. «Putin ci costringe ad essere amici di Paesi come Siria, Iran e Venezuela, ma io vorrei che stringessimo rapporti con l’Europa, con gli Usa, anzi vorrei Obama presidente della Russia perché almeno redistribuisce meglio la ricchezza, che qui da noi va tutta nelle tasche di Putin e della sua cricca», si infervora un tassista insolitamente filoamericano. Non sono mancati i duelli a distanza con i fan del premier, che in alcuni tratti sfilavano provocatoriamente vicino ai manifestanti esibendo cuori rossi con lo slogan ecumenico «Putin ama tutti» e ciak cinematografici annuncianti che «manca una settimana alla vittoria di Putin». Confronti anche sulle quattro ruote: rumorosi automobilisti anti Putin abbassavano i finestrini per chiedere in tono di sfida a quelli silenziosi se per caso non parteggiassero per il premier. C’è stata pure una piccola rissa tra i due fronti, con una decina di fermi.
Ma nel complesso è stata un’iniziativa pacifica e festosa, complice l’ultimo giorno di Carnevale, anche se la rinata Chiesa ortodossa russa, vicina al potere, ha criticato gli organizzatori per aver scelto come giorno la vigilia della Quaresima. I manifestanti tuttavia hanno sentito di più l’atmosfera libera e provocatoria del carnevale, soprattutto in piazza della Rivoluzione, dove alcune centinaia di persone, nonostante il grande dispiegamento di forze dell’ordine, hanno fatto un girotondo lanciando palloncini bianchi e gridando slogan contro il capo del governo: «Putin ladro», «Putin vattene», «Per Putin terzo mandato in galera», «Primavera senza Putin» e «Putin a Magadan» (una località tristemente nota per i suoi Gulag).


Le prospettive dei dimostranti non sono rosee: Putin non dovrebbe avere problemi a imporsi. Ma è già un successo ottenere tanta attenzione mediatica, e per il futuro, come promette il campione di scacchi filoccidentale e antiputiniano Garry Kasparov «si prevede un 2012 caldo di proteste».

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