Diede della «fascista» a Marine Le Pen, ma per il tribunale di Parigi non ha commesso alcun reato. Jean-Luc Melenchon, leader del partito di estrema sinistra Front de Gauche, etichettò così la capolista del Front National. L'espressione venne utilizzata il 5 marzo 2011, all'interno di un talk televisivo: Marine Le Pen decise, a quel punto, di querelare per ingiuria Melenchon. Ma il tribunale parigino ha assolto l'imputato perché il termine «fascista» «può avere un carattere offensivo quando è utilizzato fuori da ogni contesto politico o accompagnato da altre espressioni degradanti. Al contrario, non c'è nessun carattere offensivo quando viene utilizzato tra avversari politici su un tema politico». Dopo il verdetto, il legale di Melenchon ha dichiarato che la Le Pen «voleva strumentalizzare il tribunale per ripulire la sua immagine. La politica di far tacere i giornalisti e gli avversari politici è fallita». Ma il Fn continua a dirsi «offeso» per quelle parole.
Nel frattempo, secondo un sondaggio sulle elezioni europee di maggio realizzato per Paris Match, il Front National è il primo partito di Francia con il 24% delle intenzioni di voto. Seguono l'Ump, il grande partito di centrodestra all'opposizione (23%), e il partito socialista (21%). «La fine del bipolarismo» secondo l'erede di Jean-Marie Le Pen.
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