Lo aveva promesso e lo ha confermato ieri, in un discorso tenuto a Las Vegas, dopo avere incassato lunedì l'accordo bipartisan del Senato: Barack Obama conta di portare a termine nel suo secondo mandato il progetto di riforma della legge sull'immigrazione negli Stati Uniti. L'impianto della riforma è stato presentato lunedì da quattro senatori repubblicani e quattro democratici (ribattezzati la «gang of eight») e ha alcuni obiettivi primari: agevolare la regolarizzazione di 11 milioni di clandestini spianando loro la strada verso la cittadinanza, rendere più efficaci i controlli alle frontiere, controllare che gli immigrati rispettino le durate dei visti e dei permessi di soggiorno e controlli più stretti per chi assume gli immigrati irregolari.
«C'è ancora molto da fare ma questo accordo bipartisan è estremamente significativo», ha detto il senatore democratico di New York Chuck Schumer, che conta di approvare il testo in Senato affinché la Camera possa valutarne i contenuti entro la primavera o l'estate prossima. Ma qui la partita rischia di farsi più difficile considerata l'ostilità repubblicana a ogni tipo di agevolazioni legali nei confronti di chi è entrato clandestino negli Stati Uniti.
Ma l'intesa raggiunta nei giorni scorsi potrebbe reggere. Il progetto, d'altro canto, punta a un rafforzamento della sicurezza dei confini, anche con un uso più imponente di droni. E un giro di vite su chi, giunto da poco nel Paese e con il visto ormai scaduto, deve quindi assolutamente lasciare il Paese. Solo con l'implementazione di questi controlli più severi, il partito repubblicano potrebbe dare quindi il via libera a quello che il testo definisce un «duro, ma equo cammino per avere la cittadinanza americana», riservata solo a chi ha la fedina penale pulita. Inoltre, per godere di questa maxisanatoria bisogna dimostrare di essere a posto con le tasse, di saper parlare inglese, di conoscere la Costituzione e avere un impiego e una storia lavorativa regolare negli States.
Il testo punta anche a incentivare l'assunzione, e quindi all'ingresso regolare nel Paese, di giovani preparati e meritevoli, insomma, di una nuova immigrazione ultra-specializzata che potrebbe assicurare agli Stati Uniti più know how per sconfiggere la crisi.L'accordo raggiunto in Senato rappresenta per gli osservatori lo sforzo più serio di arrivare a una riforma omnicomprensiva dal 2007, quando il Senato bocciò il testo proposto da George Bush.
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