De Blasio ci ripensa La tassa sui ricchi? Meglio dopo il voto

Servono soldi per la campagna, il governatore Cuomo frena le promesse populiste del primo cittadino "rosso"

De Blasio ci ripensa La tassa sui ricchi? Meglio dopo il voto

New York - Le classi sono vuote, i pastelli sono nei cassetti con i nomi dei bambini, le seggiole sono allineate sotto banchi in miniatura. È un giorno di vacanza, ma Shanelle Bolton è in ufficio a gestire un surplus di richieste per le iscrizioni del prossimo anno scolastico. È la direttrice di un pre-K pubblico in una delle zone più povere di New York, il Bronx, e racconta affannata come ogni anno aumenti la richiesta da parte di famiglie che non possono permettersi asili privati.
Negli Stati Uniti i pre-k - pre-kindergarten - sono quei programmi di un anno che precedono l'asilo. Da mesi sono al centro di un dibattito tutto politico. Il presidente Barack Obama ha parlato della necessità di pre-k «universali», gratuiti e per chiunque. Il sindaco democratico di New York, il progressista Bill De Blasio, ha vinto le elezioni promettendo tra l'altro pre-k per tutti: 53.604 nuovi posti entro il 2014, 73.250 per l'anno 2015-16. Secondo i dati del Dipartimento dell'Educazione della città, l'intera operazione costerà 340 milioni l'anno (247 milioni di euro). Per trovare i soldi, De Blasio voleva alzare le tasse ai cittadini ricchi, a chi guadagna oltre 500mila dollari l'anno (364mila euro). Non si sono opposti soltanto i conservatori, restii a ogni aumento delle imposte, ma anche il governatore democratico dello Stato di New York, Andrew Cuomo, che corre per la rielezione in autunno. Così, nella finanziaria «progressista» da 79,3 miliardi di dollari presentata da De Blasio giovedì ci sono più soldi per gli asili, per i programmi di doposcuola, per l'edilizia residenziale pubblica, per l'educazione, c'è un aumento degli stipendi pubblici del 10% in dieci anni, ma manca un pezzo centrale del programma politico del sindaco: l'aumento delle tasse per i ricchi per finanziare le politiche sociali e diminuire le disuguaglianze. Il governatore Cuomo ha aggirato il sindaco stanziando a marzo 1,5 miliardi di dollari del budget statale da spendere in cinque anni per i pre-K, bloccando così l'imposta sui Paperoni. Quella che i detrattori hanno definito l'«agenda populista» del sindaco si è scontrata con la realtà politica. E il laboratorio newyorchese ha dato un colpo a quell'idea di tassazione dei super ricchi di cui si discute senza sosta in America in questi giorni anche a causa del successo nel Paese del libro dell'economista francese Thomas Piketty, Capitale nel XXI secolo, che propone un'imposta mondiale sulle ricchezze.
La neutralizzazione delle disuguaglianze sociali è diventato un mantra per politici come De Blasio e la senatrice Elizabeth Warren che hanno spostato più a sinistra il discorso dei democratici. La questione dei pre-k a New York per esempio tocca nel vivo la popolazione ed è emblema del dibattito nazionale: «Chi è ricco, manda i figli ad asili privati, spendendo fino a 20mila dollari l'anno (circa 15mila euro). Chi è molto povero può usufruire di sussidi, anche se limitati. Chi sta in mezzo fatica», ha spiegato al Giornale Jennifer March, direttore del Citizens' Committee for Children, una campagna cittadina in favore del piano De Blasio. La discussione sul tema - ci dice Grover Whitehurst, esperto di educazione alla Brookings Institution - si intensifica perché l'Amministrazione Obama è da mesi focalizzata su come intervenire contro le disuguaglianze sociali, proprio sotto la spinta del successo di politici come De Blasio.

E se, come qualcuno ha scritto nei giorni della sua elezione, la New York del sindaco è laboratorio per sperimentare nuove politiche per i democratici, la scomparsa di uno dei principali impegni della sua campagna, la tassa sui super ricchi, avrà certo un impatto sul discorso politico del partito e del Paese.
Twitter: @rollascolari

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