Tempi duri per i ricchi? Fatte le debite proporzioni, forse in Europa. Ma il mondo è piccolo, a maggior ragion per i multimilionari. E non si sbaglia di molto a far coincidere l'elenco dei Paesi dove la ricchezza è (socialmente e istituzionalmente) molto ben vista con quella della cosiddetta «lista grigia» dell'Ocse. Azzerata la «lista nera», dove una volta si trovavano le proverbiali Cayman, in quella più sfumata ce n'è per quasi tutti i gusti. Gli amanti dei Caraibi potranno trovare rifugio, per sé o per i propri beni, in Belize, Costa Rica, Guatemala, a Panama e Monserrat; gli appassionati del Pacifico nelle Filippine e nelle isole Cook e Marshall, a Nauru... Per chi soffre del mal d'Africa c'è la Liberia; l'Uruguay per gli appassionati di football d'altri tempi e carne alla brace. Sono i Paesi che secondo l'Ocse attraggono società create col solo scopo di occultare soldi. Vuoi per l'imposizione molto bassa, vuoi per l'estrema discrezione sulle transazioni finanziarie, vuoi per la riservatezza che copre gli interessi che i propri cittadini hanno in loco. Ma si può operare tranquilli e beati anche a Cipro, alle Bahamas e nelle isole Vergini, stando ai suggerimenti di una società di consulenza il cui nome dice tutto: Solutions Offshore.
E poi c'è il posto giusto per chi vuole coniugare uno stile di vita perfettamente occidentale con la riservatezza caraibica in fatto di denaro. Il «paradiso» più anomalo, infatti, è nel cuore dell'impero. Il Delaware - conosciuto dai cultori di storia americana come The First State perché fu la prima delle 13 colonie a ratificare la costituzione Usa- è noto ai fiscalisti di tutto il pianeta per la facilità sbalorditiva con cui vi si costituiscono società di comodo, perché possono non svolgere attività né avere dipendenti. Ci vogliono solo 400 dollari.
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