Dio benedica la Corte Costituzionale che il 14 giugno ha bloccato la sottomissione dellEgitto alla dittatura islamica, alla vigilia delle elezioni presidenziali svoltisi il 16 e il 17 giugno, ponendo un argine alla diffusione della barbarie dei fanatici di Allah nellinsieme del Medio Oriente e di altre aree del mondo, con in testa la Nigeria, dove anche ieri i terroristi di Al Qaeda hanno attaccato cinque chiese, sterminando decine di fedeli cristiani e provocando una violenta reazione con una ventina di musulmani uccisi.
Noi speriamo che dallEgitto si metta in moto nellinsieme dei Paesi a maggioranza islamica un processo caratterizzato dal riscatto della ragione e dal sano amor proprio, e che contagi anche questo Occidente ammalato di follia suicida che si è innamorato dei Fratelli Musulmani e dei Salafiti, i nostri aspiranti carnefici. Quale stupida illusione laver immaginato di poterli avere come alleati per sconfiggere i terroristi taglia-gola di Al Qaeda, finendo per consegnarsi a dei terroristi taglia-lingua che sono ancor più pericolosi perché dissimulando l'adesione ad una concezione formalistica della democrazia appiattita al rito delle elezioni, hanno conquistato il potere sull'altra sponda del Mediterraneo ed ora ci minacciano all'interno stesso di casa nostra!
Ebbene proprio alla vigilia del probabile successo del candidato dei Fratelli Musulmani alla Presidenza della Repubblica, Mohamed Morsi, la Corte Costituzionale dichiarando lincostituzionalità della legge elettorale che ha consentito ai Fratelli Musulmani e ai Salafiti di egemonizzare il Parlamento con oltre il 70% dei seggi, ha prevenuto che si completasse un processo diabolico che avrebbe consegnato lEgitto alla dittatura islamica. Non è la prima volta che la legge elettorale viene dichiarata incostituzionale delegittimando i Parlamenti eletti. Non è da escludere che la decisione della Corte Costituzionale sia stata avallata dalle Forze Armate, o quantomeno da una parte di esse che si è ribellata alla prospettiva della dissoluzione dello Stato laico. Ma qualunque siano i retroscena, noi benediciamo questa decisione che corrisponde alla salvaguardia del bene comune di tutti gli egiziani, compresi i cristiani copti che rappresentano circa il 15% della popolazione, così come tutela l'interesse nazionale, a partire dal rispetto del Trattato di pace con Israele, rigettato dai Fratelli Musulmani e dai Salafiti che si propongono di abrogarlo, rischiando di scatenare una nuova guerra arabo-israeliana che potrebbe estendersi all'Iran dove il regime nazi-islamico degli ayatollah è a un passo dal possesso della bomba atomica che ha già pubblicamente annunciato che la userà per annientare fisicamente lo Stato e il popolo ebraico.
La decisione della Corte Costituzionale in Egitto rievoca lintervento delle Forze Armate in Algeria nel gennaio 1992 per arrestare il processo elettorale e prevenire il successo del Fis (Fronte di Salvezza Islamico) al secondo turno delle elezioni legislative, che gli avrebbe consentito di imporre uno Stato islamico retto dalla sharia, la legge coranica, così come fu preannunciato pubblicamente dai suoi massimi esponenti. A dimostrazione che il Fis, il suo braccio armato Mia (Movimento Islamico Armato), la scheggia interna del Gia (Gruppo Islamico Armato), fossero tuttaltro che democratici e pacifici, è il fatto che per un decennio l'Algeria è stata in preda di una sanguinosa guerra del terrorismo islamico culminata nella strage di oltre 200 mila cittadini, musulmani massacrati da terroristi islamici.
Nessuno si augura che questo tragico scenario si ripeta in Egitto, così come adombrano i Fratelli Musulmani che hanno ingiunto ai militari di ritirarsi dalla scena politica entro due settimane. Tutto lascia presagire che esploderà un conflitto interno.
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