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Fukushima, agli operai fu chiesto di alterare i dosimetri

L’azienda di costruzioni che aveva avuto un appalto nella centrale giapponese chiese agli operai di mentire sul livello di radiazioni a cui erano stati esposti

Per il momento c'è solo il sospetto. Ma se le accuse mosse dalla stampa giapponese dovessero rivelarsi vere, lo scandalo sarebbe di proporzioni mondiali. Un’azienda di costruzioni che aveva avuto un appalto nella centrale giapponese di Fukushima avrebbe infatti chiesto agli operai di mentire sul livello di radiazioni a cui erano stati esposti. Secondo la stampa locale, l'obiettivo dell'azienda avrebbe agito in questo modo per non perdere il contratto.

Secondo l’Asahi Shimbun ed altri giornali giapponesi, lo scorso dicembre un responsabile dell’impresa edile Build-Up avrebbe chiesto ad una decina di operai di rivestire di piombo il dosimetro, che registra le radiazioni assorbite, per evitare di raggiungere troppo rapidamente la soglia massima di esposizione consentita. "In questo modo - scrivono i giornali - avrebbero potuto continuare a lavorare nella centrale colpita dal terremoto e dallo tsunami del marzo 2011". Secondo la ricostruzione fatta dalla stampa giapponese, gli operai furono impiegati per quattro mesi, dal dicembre scorso fin a marzo di quest’anno. Alcuni di loro si rifiutarono di manomettere i dosimetri e lasciarono immediatamente la società che aveva tentato di corromperli. Secondo la stampa, i ministeri della Salute, del Lavoro e degli Affari sociali hanno avviato un’inchiesta per far luce sulle responsabilità della Build-Up.

Almeno per il momento, invece, non è stato ancora possibile avere un commento dall'impresa edile.

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