Gaffe di Lady Ashton con Monti: i marò diventano "guardie private"

Dopo l’uscita di un comunicato italiano, l’errore viene corretto

Gaffe di Lady Ashton con Monti:  i marò diventano "guardie private"

Bruxelles Lady Catherine Ashton, pomposamente definita Alto rappresentante della politica estera dell’Unione Europea, sembra da sempre destinata più a essere oggetto di critiche per la sua scarsa utilità - o peggio per le sue gaffes - che per l’aiuto concreto che la sua costosa diplomazia può fornire in caso di necessità. Ieri la signora ha aggiunto un nuovo capitolo alla lunga storia delle sue uscite inopportune. Al termine dell’incontro con il premier Mario Monti dedicato alla vicenda dei marò italiani detenuti in India, lady Ashton in una nota fa riferimento alle regole di ingaggio di «guardie private», senza mai utilizzare il termine militari: un «dettagliuccio» da niente, in mancanza del quale tutta la strategia italiana per ottenere il rimpatrio di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone verrebbe meno. Poco dopo esce la nota, analoga, del professor Monti, che evidenzia l’impegno (richiesto esplicitamente nei giorni scorsi dall’Italia) della responsabile della diplomazia europea, ma fa correttamente riferimento a «personale delle forze armate». Tempo mezz’ora e il comunicato della signora Ashton viene sostituito con un altro in cui si fa esplicito riferimento, oltre a guardie di sicurezza armate con contratti privati, anche a «Vessel Protection Detachment», i nuclei militari di protezione. L’ufficio di Monti precisa che il comunicato italiano non intendeva suggerire una correzione («era già pronto»), ma in breve tempo si è cominciato a parlare della nuova gaffe di Lady Ashton.
Gaffe a parte, l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue ha informato il presidente del Consiglio sui contatti europei con le autorità indiane: un incontro così importante che il premier è arrivato con un’ora di ritardo alla prevista riunione dell’Ecofin. La speranza è di accelerare la soluzione all’intricata vicenda dei due fucilieri del «San Marco» in carcere in India. Nei giorni scorsi Lady Ashton aveva promesso di fare tutto il possibile per aiutare l’Italia a risolvere la spinosa questione e Terzi si era detto fiducioso in un’azione «attiva e in una voce autorevole dell’Ue nei confronti delle autorità indiane».
Intanto nel Kerala il sottosegretario agli Esteri Staffan de Mistura, in procinto di rientrare in Italia per aggiornare il governo sulla situazione, ha nuovamente incontrato i marò.

De Mistura -che in India sarà sostituito dal direttore centrale per i Paesi di Asia e Oceania della Farnesina, Andrea Perugini, e dall’ambasciatore d’Italia a New Delhi, Giacomo Sanfelice - è tornato a chiedere alle autorità indiane di far uscire i due marò dal carcere di Trivandrum, e trasferirli nella foresteria della polizia di Kollam o comunque in una situazione adeguata al loro status.

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