Ormai la stolida burocrazia di Bruxelles è persino più forte della solida e storica democrazia inglese. Così forte da imbavagliare chiunque osi criticarla. L'ultimo a cadere sotto i colpi della sua censura è Iain Mansfield, brillante autore 30enne di «Openness and Isolation», un libello in cui si spiega ai cittadini britannici come abbandonare l'Unione Europea e vivere ricchi e felici. Un libello elogiato pubblicamente dall'ex cancelliere dello Scacchiere Lord Lawson e così «articolato e convincente» da garantirgli, martedì scorso, la vittoria di «Brexit», il premio da 100mila euro riservato dall'«Institute of Economic Affair», un centro studi d'ispirazione tatcheriana, al miglior saggio su rischi e vantaggi di un addio inglese all'Unione Europea. Un argomento assai attuale Oltremanica, ma assai controverso. Soprattutto a poco più di un mese da quel voto europeo che rischia di vedere la sconfitta del premier conservatore David Cameron e l'irresistibile ascesa degli euroscettici di Nigel Farage. Così solo due giorni dopo la premiazione ecco arrivare la reprimenda ufficiale, un riservato, ma brusco richiamo con cui il governo di Sua Maestà ricorda all'autore l'incompatibilità delle tesi sostenute nel libro con la sua professione di diplomatico e l'incarico di Addetto Commerciale all'ambasciata di Manila. Di fronte a quella sordina poco contano i ripetuti distinguo in cui Mansfield sottolinea di esprimere opinioni personali, slegate dalla sua professione. Dopo quel monito il giovane diplomatico si vede costretto a rinunciare alla breve parentesi di celebrità per imboccare il silenzioso e oscuro tunnel del più isolato ritiro. Giovedì, due giorni dopo l'assegnazione del premio, saltano non solo le interviste già concordate con radio, giornali e tv, ma persino, come spiega il Daily Telegraph, le connessioni internet del blog privato usato da Mansfield per tenere i contatti con i lettori del proprio libro. «Sfortunatamente per ragioni legate ai suoi impegni di lavoro e alla delicatezza del suo ruolo Iain Mansfield non potrà più assumere alcun impegno con i media» - spiega con «understatement» tutto britannico l'«Institute of Economic Affair» annunciando la cancellazione degli incontri e delle conferenze stampa già organizzate per l'autore. Ma quali devastanti e pericolose verità si celano in «Openness and Isolation»? Esattamente quelle sostenute dalla maggioranza degli «euroscettici» inglesi convinti che l'uscita dall'Unione Europea non solo non comporterebbe alcun danno per la finanza e l'economia britannica, ma le garantirebbe anche immediati vantaggi economici. Vantaggi stimati da Mansfield in un miliardo e mezzo di euro di maggiori entrate annue unite alla possibilità d'intrattenere rapporti più «fluidi» e meno vincolanti con l'Europa. Un modello molto simile a quello «svizzero». Un modello che consenta di rinunciare ad obblighi controversi, come la libera circolazione di persone e il tributo annuale al budget Ue, preservando però la libera circolazione di beni e capitali e garantendo attraverso l'adesione all' Efta la stipula di trattati commerciali più vantaggiosi con i paesi emergenti.
Ma quell'inconfessabile teorema rischia di contraddire e condannare ad una inevitabile sconfitta un David Cameron impegnatosi a rinviare almeno fino al 2017, un eventuale referendum sulla permanenza dell'Inghilterra nell'Unione Europea. E dunque nel nome di Bruxelles meglio metter la sordina a quel giovane studioso e a quelle teorie economicamente fondate, ma politicamente assai inopportune.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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