Il dittatore che minaccia di lanciare un attacco nucleare contro gli Stati Uniti ha la faccia da porcellino d'India e con i suoi 29 anni è il più giovane capo di stato del pianeta. Porta i gradi di Maresciallo al comando di oltre un milione di soldati ed un temibile arsenale missilistico e nucleare, ma non ha mai fatto un giorno di servizio militare. Una delle foto incautamente fatte circolare dalla propaganda lo immortala mentre scruta l'orizzonte con un binocolo tenendolo al contrario.
Kim Jong-un è il «supremo leader» della Corea del Nord nominato «Grande successore» della dinastia familiare che mantiene il paese in un ferreo ed anacronistico Medioevo stalinista. Il 19 dicembre 2011 alla morte del padre, il «Caro leader» Kim Jong-il, l'ultimogenito ha preso il potere. Tutti pensavano che fosse troppo giovane e succube dei militari, ma negli ultimi giorni, alzando la posta del bluff atomico, sta probabilmente consolidando il potere interno sui generali. I suoi studi all'estero, la conoscenza delle lingue e la faccetta da bravo ragazzo avevano fatto incautamente sperare nella possibilità di riformare la dittatura ed un paese di 24 milioni di «sudditi» che muoiono di fame per i sogni atomici del regime. Il settimanale Time lo aveva messo in copertina e addirittura inserito nella rosa dei nomi votati dai lettori come persona dell'anno.
In realtà Kim Jong-un è un tiranno, che vorrebbe piegare gli Usa a trattare direttamente con lui. Fino a dieci anni fa si conosceva a malapena la sua esistenza. Per molto tempo circolava solo una foto di Jong-un bambino ad 11 anni. Per questo il terzogenito del «Caro leader» era soprannominato «il figlio senza volto». Sua madre, Ko Yong Hui, ballerina coreana nata in Giappone, chiamava il pargolo «re della stella del mattino».
A fine anni Novanta il giovane Jong-un venne spedito in Svizzera a studiare sotto falso nome alla Scuola internazionale di Berna. Il cuoco di famiglia scappato in Giappone racconta che il futuro dittatore aveva imparato inglese, tedesco e francese. I suoi compagni di studi in Svizzera lo ricordano per la passione per il basket, che continuerebbe a mantenere seguendo in tv il campionato Nba americano. Il suo mito era Michael Jordan. Il futuro leader del paese più chiuso al mondo amava anche sciare, disegnava fumetti ed era affascinato da Jean-Claude Van Damme, l'attore di Hollywood macho delle arti marziali. Nel 2000 Jong-un tornò in patria per laurearsi due volte. La sua improvvisa ascesa inizia nel 2009 quando il padre ha un primo infarto e lui viene nominato Daejang, generale a quattro stelle. Un metro e 75 ed oltre novanta chili di peso, si sospetta che abbia problemi di diabete. Alcuni osservatori sostengono che Jong-un sia stato scelto per la somiglianza con il nonno, fondatore della dinastia di tiranni stalinisti, accentuata da un intervento di chirurgia plastica. Il «grande successore» ha preso il potere sotto la tutela del navigato cognato del defunto leader, Jang Song Taek. Non solo: sua moglie è Kim Kiong Hui, soprannominata la Lady Macbeth di Pyongyang. Lo scorso anno Jong-un si è spostato con «la compagna Ri Sol ju», ballerina e cantante di brani come «Amo Pyongyang» e «Sulle orme dei soldati». La coppia si è fatta vedere anche ai concerti dedicati a Topolino e Disney amati dal dittatore.
Il giovane tiranno si è ben presto liberato dai suoi tutori alzando il tiro. «La superiorità tecnologica nelle forze armate non è più monopolio degli imperialisti» ha dichiarato pochi mesi fa. Kim Jong-un ha ricominciato gli esperimenti missilistici mezzi falliti, ma il suo colpo di mano più ardito riguarda la vecchia casta con le stellette.
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