Al vertice europeo di Bruxelles volano subito gli stracci tra Angela Merkel e François Hollande. In un crescendo di irritazione reciproca, Berlino e Parigi sono ieri arrivate allo scontro aperto, non circoscritto nelle segrete stanze della politica. Ad accendere la miccia, l'idea meravigliosa con cui la Cancelliera si trastulla da qualche tempo: ovvero, creare la figura di un commissario dotato del super potere di mettere il naso nei singoli bilanci nazionali e, se del caso, di «invalidare i bilanci non in linea con gli obiettivi concordati a livello europeo». Insomma, un potere di vita e di morte sulle manovre finanziarie di ciascun Paese, tale da portare alla cancellazione della sovranità nazionale, che ha profondamente contrariato il presidente francese. «Il soggetto del Consiglio europeo - ha replicato in tono stizzito Hollande - non è l'unione di bilancio, bensì l'unione bancaria. Dunque la sola decisione da prendere, anzi da confermare oggi (ieri, ndr), è la predisposizione dell'unione bancaria di qui alla fine dell'anno».
Scontro a distanza prima, e scontro a quattr'occhi è stato dopo, durante una bilaterale al calor bianco poco prima dell'inizio del summit. Una tensione che non si è sciolta neppure all'arrivo nella sala che ospita il vertice europeo, quando i due leader hanno continuato a parlare in modo piuttosto acceso. A stridere ancor di più, i due baci che Frau Angela ha stampato sulle guance di Mario Monti, peraltro più vicino alle posizioni francesi che a quelle tedesche.
Già caricata di aspettative forse eccessive, la due-giorni nella capitale belga si è dunque aperta nel peggiore dei modi. La coesione continua a mancare, mentre le ombre della recessione si allungano. «È urgente passare da politiche di rigore - ha detto a tal proposito l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - , che un'Europa troppo burocratica e poco unita politicamente ha imposto in un momento di grave crisi economica, ad una politica che promuova la crescita e lo sviluppo».
Ma il nodo della crescita è destinato a passare in secondo piano durante il vertice. La proposta della Merkel sullo 007 dei bilanci Ue rischia di sparigliare le carte. Anche se quello della Cancelliera è un affondo di stampo politico («Lasciamo da parte le convenienze elettorali», è stato infatti l'invito di Hollande) e, soprattutto, un modo per prendere tempo sul tema, alquanto delicato, dell'attribuzione alla Bce dei compiti di vigilanza su tutte le banche, grandi e piccole che siano. «La qualità è più importante della velocità, e poi ci sono molte complicate questioni giuridiche da sciogliere», ha frenato la Merkel riferendosi proprio all'unione bancaria. In realtà, Berlino vede da sempre come il fumo negli occhi la proposta di un'Authority del credito a tutto campo, in grado cioè di sottrarre al potere politico tedesco il controllo sulle Sparkasse, le potenti casse di risparmio tedesche da cui dipende il 40% dei finanziamenti alle imprese e il 50% dei prestiti ai privati.
Nella sua battaglia la Germania può contare sull'appoggio di Svezia e Danimarca, così come su quello dell'Inghilterra che difende a spada tratta l'Eba, l'attuale organismo di sorveglianza. Senza almeno un passo in avanti sulla supervigilanza, il summit sarebbe però un fallimento. I tempi per varare l'Authority, non ancora definiti, si allungherebbero fatalmente.
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