Immigrati, noi europei più duri degli svizzeri

Ben tre quarti dei britannici vogliono limitare gli ingressi. Francesi e tedeschi d'accordo a grande maggioranza

Immigrati, noi europei più duri degli svizzeri

Nove giorni fa gli elettori della razionale Svizzera hanno sorpreso tutti approvando sia pur di stretta misura il referendum «contro l'immigrazione selvaggia» promosso dalla destra xenofoba. Una scelta che ha fatto parlare di regressione degli svizzeri a uno stadio «pre-europeo», considerando che Berna ha firmato con l'Ue una serie di trattati che la impegnano anche alla libera circolazione delle persone. Da Bruxelles soprattutto arrivano proteste e minacce non tanto velate al governo svizzero se non rimetterà le cose a posto, il che non pare tanto facile visto che da quelle parti la volontà popolare ha un peso politico reale. Eppure, certi sentimenti non sono esclusiva degli svizzeri. Al contrario, semmai, sarebbe più corretto notare che «noi europei» siamo in realtà ben più radicali di loro sui temi dell'immigrazione.
Cantano i numeri al riguardo. Un sondaggio condotto in Francia, Germania e Gran Bretagna e pubblicato dal tabloid svizzero Blick lascia pochi dubbi. I dati più inequivocabili sono proprio quelli britannici, il 77,5% dei quali vorrebbero limitare l'immigrazione; ma sopra i due terzi del campione sono anche i francesi con un sonante 69,7%, mentre i tedeschi si fermano a un 61,8% che supera comunque di gran lunga il 50,3% con cui gli svizzeri hanno decretato il successo del referendum del 9 febbraio. Interessante notare che in Germania sono in proporzione i più giovani e le donne a chiedere più freni all'Einwanderung, mentre in Francia gli uomini sono più duri delle donne.
Come ha invece documentato il Corriere della Sera, gli italiani sono più tolleranti. Anche se i favorevoli a una parziale chiusura delle frontiere sono in aumento perfino tra gli elettori della sinistra, un referendum come quello svizzero avrebbe ottenuto il voto favorevole del 34% degli elettori, contro un 46% di contrari e un 20% di incerti e astenuti.
Rimane il fatto che la Svizzera sta facendo scuola. Un sondaggio pubblicato da Bild Zeitung, tabloid tedesco gemello del Blick elvetico, rivela che sull'onda dello choc del 9 febbraio il 72 per cento dei tedeschi vorrebbe anche in Germania la democrazia diretta. Tutti i partiti si dicono d'accordo sull'apertura ai referendum popolari, ma la Cdu fa eccezione: per la dirigenza del partito della cancelliera Angela Merkel, la consultazione diretta degli elettori è una buona idea a livello locale, «ma sulle grandi questioni politiche non è possibile ridurre tutto a un sì o un no».
La questione dell'immigrazione non si limita a quella legale, poiché esiste anche quella clandestina. Se l'Italia rimane la principale frontiera europea scoperta, in questi giorni la Spagna si sta riscoprendo vulnerabile. Bloccata la via di mare che conduceva alle Canarie con un accordo col Senegal e la Gambia, sono Ceuta e Melilla, le due città-exclave spagnole sulla costa del Marocco, gli obiettivi degli africani che cercano di entrare in Europa con ogni mezzo. Ieri circa 200 di loro hanno dato l'assalto a Melilla, sfondando il posto di frontiera di Barrio Chino all'alba dopo scontri con le guardie di confine che hanno provocato 8 feriti. Circa 50 persone si sono disperse per le vie della città e sono ricercate, ma un video piuttosto surreale diffuso dal sito internet del quotidiano El Mundo mostra un gruppo di africani che corrono verso il locale centro di detenzione dei migranti gridando «Barça, Barça», il nome popolare della squadra di calcio del Barcellona.
Il 6 febbraio 14 migranti erano annegati nel tentativo di entrare a Ceuta via mare. Secondo un rapporto dei servizi segreti spagnoli, sono circa trentamila gli africani accampati in territorio marocchino a poca distanza dalle frontiere di Ceuta e Melilla in attesa di tentare un ingresso clandestino che spesso avviene a bordo di auto e moto lanciate a tutto gas, o in doppi fondi nascosti sotto i pullman. Il traffico di uomini dall'Algeria al Marocco sarebbe ormai in mano a bande di nigeriani.


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