«Al Jazeera va chiusa, è una minaccia» Il ministro dell'Informazione egiziano

Il network al Jazira-Misr, il canale egiziano dell'emittente del Quatar, «opera senza alcun permesso, la sua presenza è illegale e costituisce una minaccia diretta alla sicurezza del Paese»: così ha tuonato il ministro dell'Informazione Doreya Sharaf, aggiungendo un appello esplicito agli egiziani a non guardare quella televisione, ma sottolineando al tempo stesso che «la chiusura è divenuta una richiesta popolare». Al Jazira-Misr copre dall'inizio luglio le rivolte dei sostenitori del deposto presidente Morsi (a favore del quale ieri hanno manifestato anche in Nigeria 4mila persone musulmane, chiedendone la reintegrazione al potere), ha trasmesso in diretta le immagini dei momenti di maggiore tensione, anche notturni, dalle piazze Rabaah e Nahda, poi sgomberate con la forza il 14 agosto scorso. L'emittente del Quatar era già stata accusata dal governo di una copertura «non professionale degli eventi» e di «fabbricare informazioni». Intanto ieri la coalizione a favore di Morsi ha annunciato un'altra settimana di mobilitazioni e proteste, che culmineranno con una grossa manifestazione venerdì. «Il popolo guida la rivoluzione», ribadiscono i sostenitori dell'ex presidente.

Nel corso dell'ultima settimana, intanto, secondo fonti della sicurezza egiziana sono stati arrestati circa 1800 Fratelli musulmani. Oggi iniziano, nello stesso tribunale ma in sezioni diverse, i processi a Badie, capo dei Fratelli musulmani, e a Hosni Mubarak.

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