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Khodorkovsky: "Libero perché volevano lasciassi il Paese"

L'ex oligarca è a Berlino: non potrà tornare in Russia. Fa sapere che non si occuperà più di politica

Khodorkovsky: "Libero perché volevano lasciassi il Paese"

Dopo dieci anni di prigione in Siberia qualcuno davvero pensava che Mikhail Khodorkovsky, graziato a sorpresa da Putin, potesse tornare a occuparsi di politica? Ovviamente non lo farà. Perché, non essendo uno sprovveduto, non vuole finire dritto in cella, una seconda volta. La mossa del Cremlino, del resto, non è tanto un atto di clemenza vero e proprio quanto un espediente per liberarsi dell'ex oligarca, inducendolo a lasciare il Paese. In una lunga intervista rilasciata al periodico in lingua inglese The New Times, vicino all'opposizione, Khodorkovsky ironizza: "Le nostre autorità possono sostenere onestamente che non mi hanno mandato in esilio, e che sono stato io a chiederlo". L'intervista l'ha rilasciata a Berlino, dove uscito dal carcere si è subito trasferito (ufficialmente) per fare visita alla madre malata di cancro, che però nel frattempo era già rientrata in patria.

"Conoscendo la realtà in cui viviamo - prosegue Khodorkovsky - si può comprendere con precisione assoluta che mi volevano fuori dalla Russia". Khodorkovsky - e non solo lui - è convinto che il suo rilascio-lampo sia stato orchestrato ad arte. Anche se lui in effetti la lettera a Putin l'aveva scritta, con la domanda di grazia e il riferimento alle gravi condizioni di salute della madre. "Se qualcuno avesse voluto girare un film sugli anni ’70 e sull’espulsione di un dissidente - osserva riferendosi all’epoca sovietica (ma alludendo chiaramente all’era-Putin) - non sarebbe riuscito a realizzarlo meglio di così".

Non può tornare in Russia

L’ex magnate russo non potrà tornare presto in Russia. Lo fa sapere lui stesso a un gruppo di giornalisti russi, prima della conferenza stampa convocata a Berlino. Per quale motivo? C'è ancora, pendente, una multa di circa 400 milioni di euro. E se tornasse verosimilmente non potrebbe espatriare di nuovo.

Basta politica e basta Yukos

Duplice la promessa che Khodorkovsky rivolge al Cremlino: "Non intendo impegnarmi in politica né ho intenzione di lottare per farmi restituire i beni della Yukos". L'ex oligarca si impossessò del colosso petrolifero a metà anni Novanta, sull'onda delle assai poco trasparenti privatizzazioni dei tesori dello Stato sotto l'era del presidente Boris Elstin. Esattamente dieci anni fa, nel 2003, divenne l'uomo più ricco di tutta la Russia. Ma gli furono fatali le critiche, sempre più forti, allo stato di corruzione in cui versava il Paese (ma che esisteva, per la verità, anche negli anni in cui lui si era arricchito a dismisura). Il 25 ottobre 2003 fu arrestato per frode fiscale e in seguito condannato a nove anni. La Yukos finì in bancarotta e dopo poco fu rilevata dallo Stato. Dopo qualche anno arrivò una nuova condanna per appropriazione indebita e riciclaggio: fine pena prevista nel 2017. Dopo dieci anni duri dietro le sbarre, in Siberia, ha riottenuto la libertà.

"Lotta per il potere non fa per me"

Khodorkovsky non intende ritirarsi completamente dalla vita pubblica, anzi, vuole continuare a operarvi: ma non in politica. Lo ha ribadito durante la conferenza stampa che ha tenuto oggi a Berlino, perché "la lotta per il potere non fa per me", ha tagliato corto l’ex oligarca russo. "Di politica non se ne parla neppure - ha sottolineato - se per politica s’intende la lotta per il potere. Non sono interessato o intenzionato a intraprendere la via che hanno scelto gli uomini politici in Russia, assumendo una posizione che non sia franca. Ritengo - ha rivendicato - di essermi conquistato l’unico diritto che vale la pena di possedere: il diritto di non dire quello che non penso". Escluso anche un ritorno agli affari: "Per me è una questione chiusa, anche sotto il profilo di recuperare i miei beni precedenti. Non me ne interesserò più, per la semplice ragione che non voglio sprecare così il mio tempo". Cosa farà ora Khodorkovsky? Sua madre dice che si occuperà di cultura e di scuole. Probabile che inizierà a viaggiare, cosa che forse gli è più mancata in questo decennio.

Ma, una volta al sicuro in qualche Paese amico, potrebbe anche tornargli la voglia di fare politica, magari anche solo dando il suo contributo (giocoforza non più economico) all'opposizione.

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