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Egitto, attesi nuovi scontri. Morsi in custodia per spionaggio

Attesi milioni di manifestanti. Ex leader in custodia cautelare 15 giorni. Baradei: "No violenza"

Egitto, attesi nuovi scontri. Morsi in custodia per spionaggio

L'opposizione dei Fratelli Musulmani continua a gridare al golpe. La nuova leadership egiziana, guidata dal generale Abdel Fattah Al-Sisi, a chiedere che cessino le manifestazioni. In sostanza, che i sostenitori del deposto presidente Mohammed Morsi si rassegnino al fatto che ora al Cairo comanda all'esercito.

Una situazione difficile, per molti sull'orlo di una guerra civile, che porterà oggi in piazza milioni di persone, chiamate a raccolta dallo stesso Al-Sisi, che due giorni fa ha invocato la piazza egiziana come legittimazione al potere dei militari, che di fatto guidano il Paese, retto da un governo ad interim fino a nuove elezioni.

Chi non si rassegna alla cacciata dell'esecutivo guidato dalla Fratellanza di Mohammed Morsi, primo presidente eletto in una sfida democratica, continua a chiedere a gran voce notizie sull'ex leader, di cui non si è saputo più nulla dal giorno della sua cacciata, il tre luglio. Di pochi giorni fa l'appello della figlia Shaimaa, che ha parlato di un "rapimento" ad opera dei militari, sottolineando che saranno ritenuti responsabili della cosa.

A chiedere che l'ex presidente sia lasciato andare non è però soltanto il nucleo famigliare. In questo senso anche le dichiarazioni del Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, che ha chiesto - se non fosse possibile ottenere un rilascio - che almeno "sia esaminata senza indugio" la sua posizione e quella dei suoi collaboratori più stretti. Seguito a ruota dai leader mondiali e dall'Ue.

Una risposta indiretta alle pressioni è arrivata oggi, quando l'agenzia di stampa Mena e fonti della sicurezza hanno chiarito che l'ex presidente sarà in custodia cautelare per almeno quindici giorni. È accusato di avere effettuato spionaggio per i palestinesi di Hamas, ma anche delle evasioni di massa avvenute durante la Primavera del Cairo, nel 2011.

Il movimento palestinese ha di recente accusato gli avversari del Fatah di fomentare una campagna anti-Hamas sui media egiziani, con lo scopo di evidenziare il supporto alle manifestazioni pro-Morsi.

Per lo stesso motivo sono state momentaneamente chiuse le sedi palestinesi di al-Arabiya e Maan, accusate di propaganda ostile.

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