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Libia, islamisti lasciano il governo. Attacco al cimitero italiano a Tripoli

Secondo episodio in pochi giorni. Intanto il partito dei Fratelli ha fatto un passo indietro dall'esecutivo

Il cimitero italiano a Tripoli in un'immagine del 2011
Il cimitero italiano a Tripoli in un'immagine del 2011

Il partito Giustizia e costruzione, espressione politica della Fratellanza Musulmana in Libia e seconda tra le forze parlamentari, ha annunciato il suo abbandono del governo, dopo che un tentativo di far passare una mozione di sfiducia non ha ottenuto sufficienti consensi. Soltanto 99 le firme alla sfiducia. Centoventi gli esponenti del Congresso necessari a farla passare.

Con il passo indietro del partito, cinque ministri hanno rassegnato le loro dimissioni. Tra di loro il titolare della poltrona che si occupa delle attività petrolifere del Paese.

Le critiche rivolte dagli islamisti al governo guidato da Ali Zidan si sono concentrate particolarmente sulla instabilità crescente nella regione. Nizar Kawan, un membro influente del partito islamista, ha sottolineato come "Zidan non sia riuscito nel suo dovere di garantire sicurezza e portare risultati nei settori elettrico e petrolifero".

Zlitan Abdullah Jwan, membro del Congresso libico, ha dichiarato al quotidiano Libya Herald che diversi colleghi hanno visto l'attuale premier, per cercare di convincerlo a lasciare il suo posto.

Attacco al cimitero italiano

Oggi un cimitero italiano a Tripoli è stato preso d'assalto per la seconda volta in pochi giorni. Secondo la stampa locale una guardia è stata uccisa e alcune tombe sono state danneggiate. L'attacco sarebbe da attribuire ai nostalgici di Gheddafi.

Alcuni giorni fa, due operai italiani sono stati rapiti a Derna, nella Cirenaica. I due lavoravano per la compagnia edile General World. Il sequestro in una regione della Libia interessata da un forte integralismo.

Il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, ha ribadito oggi che la situazione è "sempre più compromessa, senza ormai controllo del territorio".

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