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Dopo l'ultima strage espulso l'ambasciatore della Siria a Roma

Come "risposta" al massacro in cui hanno perso la vita 108 persone, tra cui decine di bambini, Italia, Germania, Francia, Spagna e Regno Unito hanno espulso gli ambasciatori siriani dalle rispettive capitali

Dopo l'ultima strage espulso l'ambasciatore della Siria a Roma

L'Italia ha espulso l’ambasciatore siriano a Roma. È la dura risposta diplomatica del governo italiano al massacro di Hula, il villaggio della provincia di Homs in cui tra venerdì e sabato scorso hanno perso la vita almeno cento persone, tra cui 32 bambini. Anche Parigi, Berlino, Madrid e Londra hanno messo in atto la medesima misura di ritorsione contro Damasco. L’ambasciatore della Repubblica araba siriana a Roma, Khaddour Hasan, è stato convocato alla Farnesina e dichiarato "persona non grata". Lo riferisce il ministero degli Esteri in una nota. In questo modo, si legge, "il governo italiano ha inteso ribadire l’indignazione per le efferate violenze contro la popolazione civile ascrivibili alle responsabilità del governo siriano".

Intanto le Nazioni Unite hanno diffuso ulteriori dettagli sulla strage. Secondo l’Alto commissariato dell’Onu ai diritti dell’uomo la maggioranza delle vittime di Hula è stata giustiziata. "Crediamo che meno di 20 dei 108 assassinati siano attribuibili a tiri dell’artiglieria e dei carri armati", ha detto il portavoce Rupert Colville in conferenza stampa. "La gran parte delle altre vittime è stata giustizia sommariamente" in due episodi differenti. Per i residenti gli autori del massacro sono le forze di Assad e le milizie pro-regime "shabiha". Anche il quotidiano britannico The Daily Telegraph ha parlato di un massacro, citndo la testimonianza di alcuni civili siriani e delle organizzazioni per la tutela dei diritti umani. Si parla anche di numerosi stupri messi in atto per terrorizzare la popolazione.

Kofi Annan: stop alle violenze

L’inviato Onu per la Siria, Kofi Annan, ha esposto ad Assad la "grave preoccupazione" della comunità internazionale e gli ha fatto presente "in termini molto espliciti" come il piano di pace necessiti di "passi coraggiosi".

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