Lo spot è davvero banale e infantile, e se non fosse per il condom incriminato verrebbe sdoganato tra quelli che muovono a qualche sorriso e nulla più. Eppure in Pakistan una celebre modella, Mathira Mohamad, è incappata nelle ire di Al Qaeda per aver fatto da testimonial a una marca di preservativi. «Diecimila dollari e la benedizione di Allah a chi sfigura il viso di quella prostituta», tuona Farouk Moutallab, uno dei leader più influenti della cellula jihadista a Islamabad.
C'è odio, disprezzo e rancore nel suo appello delirante. Mathira, 29 anni, una sorta di Paris Hilton d'oriente, ci ha messo la faccia, ma non vuole certo rimettercela per quello spot che è andato in onda nel mese di agosto sulla tv di Stato. Il canale PTV ha dovuto ritirare le immagini sia per le minacce qaediste che per le denunce presentate da alcune organizzazioni islamiche «pacifiste» che non hanno perso l'occasione per definire la starlet «una meretrice senza il minimo senso del pudore». La ragione del contendere è racchiusa in un filmato di cinquanta secondi. Mathira appare per pochi istanti, non tiene tra le mani la confezione di preservativi, che appare solo negli ultimi fotogrammi, ma si limita a consigliarne l'uso a una coppia di innamorati. In un Paese islamico parlare di condom è ancora un argomento indigesto, anche se il ministro per la Salute, la signora Saira Afzal Tarar, in accordo con il premier Nawaz Sharif, aveva dato il suo beneplacito alla realizzazione dello spot, che ha avuto anche un sequel nella cartellonistica a Islamabad, Karachi e Lahore. Ora pure i manifesti sono stati rimossi, molti bersaglio di atti di vandalismo, imbrattati con la vernice o «autografati» con l'universale epiteto «bitch».
«Non ci aspettavamo una reazione così violenta», si legge in una nota ministeriale che rivela «la volontà di proseguire nel programma di prevenzione sulle malattie veneree». Pur spaventata, Mathira non ha perso l'entusiasmo per quella che lei ritiene «una battaglia di civiltà. Ho accettato di fare da testimonial - ha spiegato - perché i pachistani hanno bisogno di consapevolezza. Non si può vivere nel regno delle favole. La prostituzione è diffusa come in Occidente e anche a queste latitudini l'aids sta diventando una piaga sociale. Però si preferisce far finta di nulla». Secondo il messaggio sconclusionato di Al Qaeda la donna sarebbe al servizio di Israele, che tenterebbe attraverso il suo volto noto e affascinante, «di pubblicizzare il condom per ridurre le nascite in Pakistan e privare Allah del suo esercito di combattenti. Per queste ragioni il volto ammaliatore e impuro va cancellato con l'acido».
Parole terribili che hanno indotto la modella a lasciare il Pakistan. Negli ultimi giorni è stata avvistata dalle parti dei magazzini «Liberty's» di Londra, marcata stretta dagli uomini della sua agenzia. Pur vivendo la condizione della rifugiata si smarca dalle accuse mosse dai jihadisti. «Al servizio di Israele? Non ho percepito alcuna somma di denaro per girare lo spot. Sono pakistana e ho a cuore i problemi della mia nazione. Fortunatamente non siamo tutti integralisti. L'islam è sano. Quello che mi sta capitando va oltre qualsiasi concezione religiosa. Il fanatismo è più spaventoso dell'acido».
Sulla vicenda Juan Enrique Garcia, responsabile commerciale per il Medioriente del marchio dei condom, appare turbato.
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