Tel AvivIl sospettato numero uno, il ragazzo di diciannove anni che avrebbe piazzato assieme al fratello le due bombe alla maratona di Boston, è ricoverato ora in condizioni critiche in un letto d'ospedale, a poche corsie di distanza dalle vittime delle esplosioni da lui causate. Per alcuni dei medici che da giorni curano questi pazienti, in questa vicinanza «c'è un senso di déjà vu». Non è infatti la prima volta che Daniel S. Talmor, direttore del Dipartimento di Anestesia del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, cura a pochi metri di distanza tra loro terroristi e vittime. Il medico è nato e ha studiato in Israele. Contattato dal quotidiano israeliano Israel HaYom ha raccontato di quando lavorava in un ospedale di Beersheva, nel Sud: in corsia, feriti, «c'erano soldati vicino a terroristi».
Il professor Talmor non è l'unico medico di Boston abituato a situazioni del genere o abituato a reagire a un attentato terroristico. Il direttore dell'ospedale dove Dzhokhar Tsarnaev, il presunto attentatore, è ricoverato assieme alle sue vittime è un altro israeliano. Il professor Kevin (Ilan) Tabb, 49 anni, ha detto al sito del quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth di aver «sfortunatamente avuto molta esperienza» con il tipo di ferite riportate dalle vittime della maratona dopo anni di pratica in Israele, dove dal 2000 fino a oltre il 2005 gli attentati terroristici hanno causato centinaia di morti. Nei pronto soccorsi di Boston, ha spiegato, non sono abituati a ferite da esplosioni, come in Israele. Tuttavia erano preparati, dice il medico che ha studiato e lavorato all'ospedale Hadassah, sulle colline che circondano Gerusalemme. Le immagini dell'immenso edificio per anni sono finite molto spesso sugli schermi delle televisioni di tutto il mondo. Nei giorni degli attacchi terroristici quel pronto soccorso era una delle diverse mete delle ambulanze che trasportavano i feriti degli attentati. Racconta il professor Tabb come la risposta medica alle bombe di Boston sia stata molto simile «a quello cui ero abituato in Israele, perché abbiamo dovuto ricevere molte persone in poco tempo». Anche il fatto che l'ospedale stia accogliendo e curando sia le vittime sia il perpetratore del crimine, dice il medico, «mi ricorda Israele, dove abbiamo avuto un soldato e un terrorista feriti in letti vicini».
Il Beth Israel Deaconess Medical Center - creato nel 1916 da ebrei immigrati in America, poi unitosi a un'altra struttura medica - è l'ospedale in cui praticano gli studenti della facoltà di medicina di Harvard. È uno dei tre poli sanitari in cui sono state portate d'urgenza e ricoverate le vittime delle esplosioni alla maratona. Che la dolorosa realtà degli attentati abbia portato il personale medico dei pronto soccorsi israeliani a eccellere nelle risposte a emergenze lo raccontano i molti interventi di squadre di dottori israeliani in luoghi colpiti da catastrofi naturali. Lo racconta anche uno dei tanti medici protagonisti delle difficili giornate della maratona di Boston. Alasdair K.
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