«Sono io il vostro presidente, non risponderò alle vostre domande, sono il presidente, sono il presidente dell'Egitto». Così Mohamed Morsi ha risposto agli inquirenti ieri, nel corso di un interrogatorio, mentre la Procura annunciava che l'ex leader deposto e arrestato dall'esercito il 3 luglio scorso, sarà processato assieme ad altri 14 membri dei Fratelli Musulmani per «istigazione all'omicidio». «L'interrogatorio è illegale, è un diritto non rispondere», ha detto Morsi nel giorno in cui i Fratelli musulmani sono tornati nuovamente nel mirino. Un dipartimento del Consiglio di Stato egiziano ha chiesto alla giustizia di cancellare le norme che permettono l'associazione dei Fratelli Musulmani, e di chiudere il quartier generale a Mokkatan. Si tratta di fatto della richiesta di dichiarare nuovamente illegale la Confraternita. Intanto, nel quadro di fortissima tensione internazionale per il possibile attacco americano contro la Siria, il ministro degli Esteri egiziano Nabil Fahmi citato dall'agenzia di Stato Mena, ha sostenuto che la decisione di «tagliare i legami con la Siria è stata presa in fretta (da Morsi, ndr), e non è particolarmente utile». In sostanza, il governo provvisorio «rivedrà i rapporti con Damasco» per «rilanciare Ginevra 2».
Ci saranno grandi differenze tra la politica del governo provvisorio egiziano e quella di Morsi, che era «ideologica», mentre il Cairo ora punta a una linea «internazionalista che tenga conto degli interessi nazionali», ha detto il ministro degli Esteri in una intervista all'agenzia ufficiale cinese Xinhua, illustrando le nuove linee guida della politica estera del Cairo. Una svolta evidente rispetto ai mesi dell'era Morsi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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