"Non accettano la mia omosessualità". Con questa motivazione, Richard Grenell, assunto due settimane fa come portavoce in materia di politica estera dal prossimo candidato repubblicano alla presidenza Mitt Romney, si è dimesso.
Grenell era stato violentemente criticato da vari esponenti dell’ala più conservatrice del partito. In una dichiarazione, Grenell ha addotto "ragioni personali" per spiegare la sua decisione e ringraziato Romney per la fiducia. La nomina del portavoce aveva già scatenato le ire, tra gli altri, di Bryan Fischer, direttore della American family Association, un gruppo vicino ai repubblicani contrario all’omosessualtà.
Fischer aveva accusato Romney di "star dando un messaggio sbagliato" con la sua scelta. Immediata la replica dal fronte avverso. Bill Burton, ex prtavoce della Casa Bianca è perentorio: "Questo è il genere di bigotti, estremisti e omofobi di cui l’amministrazione Romney sarebbe ostaggio in caso di vittoria".
"Oggi
abbiamo appreso che nel 2012 un candidato repubblicano alla Casa Bianca non può avere un portavoce gay", ha scritto su twitter Teddy Goff, il direttore digitale della campagna di Obama.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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