Prima una nota del ministro Bonino per esprimere «la preoccupazione dell'Italia», nel pomeriggio di ieri è arrivata anche la convocazione dell'ambasciatore ucraino, invitato per un incontro in serata col vice ministro Marta Dassù. La mossa ufficiale dell'Italia segue una analoga della Germania e la condanna delle violenze a Kiev da parte del parlamento polacco.
Tutto questo proprio nel giorno in cui il presidente dell'Ucraina Viktor Yanukovich sembra aprire spiragli in direzione di una pacificazione col movimento europeista. Innanzitutto promettendo un rimpasto di governo. E poi, soprattutto, annunciando in un incontro con leader religiosi che verrà garantita l'amnistia a decine di attivisti che sono stati incarcerati, purché abbiano commesso reati non gravi. Non solo: il presidente contestato dal movimento filo-europeo ha anche promesso di rivedere la repressiva legge contro le manifestazioni, uno dei punti più contestati dalla folla che è scesa in strada in questi giorni.
Segnali di pacificazione? In realtà è probabile che si tratti solo di fumo negli occhi dell'opinione pubblica occidentale. Perché nel frattempo le occupazioni di consigli regionali da parte degli «europeisti» si moltiplicano, e Yanukovich farà sì un rimpasto, ma intanto ha nominato Andriy Kliuyev, considerato un sostenitore della linea dura, come nuovo capo di gabinetto, al posto del moderato Sergiy Lyovochkin, che in seguito alle violenze ha dato le dimissioni.
Del resto, il presidente filo-russo ha annunciato concessioni e ammorbidimenti, ma è anche un modo per rimettere la palla nel campo avversario. Infatti Yanukovich ha contemporaneamente annunciato che impiegherà «tutti i mezzi legali» se non ci sarà un accordo con l'opposizione. Martedì al vertice Ue-Russia non mancheranno i temi da discutere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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