ParigiFuori si sorride, dentro si sogghigna. La Francia vive l'eterna ambiguità che scollega spesso due cose: la realtà dei fatti, la cronaca delle indagini o le carte ufficiali, dal pourparler iniziale; che inevitabilmente finisce per diventare pensiero comune. Convinzione talvolta non suffragata da prove. Un passione sfrenata per il complotto che si ciba di indizi e tendenze. Per esempio, la dichiarata omosessualità del nipote di Mitterrand, Frédéric, ministro della Cultura di Sarkozy, accusato di pedofilia dal Front National perché nel suo libro, «La Mauvaise Vie», raccontava la propria vita privata e i trascorsi amorosi di un viaggio in Thailandia, diventato turismo sessuale per una parte di opinione pubblica.
Ce n'è uno e più d'uno, di complotto, per ogni storia: politica, amorosa, letteraria e pure proveniente dai fronti di guerra. Meglio se il fatto sia avvenuto all'estero, così da lasciare pulita almeno l'immagine del suolo francese. La morte in America del direttore di Science Po, il prestigioso istituto di Scienze politiche che cerca ancora un successore a Richard Descoings, trovato senza vita in un hotel di New York, dove si trovava su invito del Segretario generale delle Nazioni Unite per un incontro inter-universitario, è soltanto il più recente: aprile scorso. Il suo corpo, nudo in una stanza d'albergo a soqquadro, è tuttora frutto di inchiesta (in America) e di pettegolezzo (in Francia). Suicidio o festino finito male per vendetta di qualche collega? Gli studenti sono stufi. Vorrebbero che si nominasse un nuovo direttore senza parlare della vita di chi ha ricoperto quel ruolo. Magari bene, come Descoings, per 16 anni al timone dell'università e autore di un'importante riforma per l'accesso degli allievi meno abbienti.
Ma Oltralpe la ricostruzione maliziosa è il pane dei salotti, e dai canapé finisce talvolta sui giornali. È una pratica trasversale, se è vero che il 57% dei francesi è convinto che l'arresto dell'ex direttore del Fondo monetario internazionale sia frutto di una trappola: il caso Strauss-Kahn, vero emblema del complottismo. C'entrano sesso e politica. E quel Sarkozy tacciato d'aver orchestrato tutto, in quel Sofitel. Con tanto di cameriera di colore in lacrime e la polizia pronta a reagire. Su ordine del presidente, dice ancora qualcuno.
E che dire dello scandalo che ha tenuto banco per anni, di madame Christine Deviers-Joncour? «La puttana della République», il suo libro, travolse una Francia a secco di rivelazioni con materiale inedito. Era l'ex amante di Roland Dumas, fidato consigliere di Mitterrand autosospeso dalla presidenza del Consiglio costituzionale dopo le rivelazioni della stessa Deviers-Joncour. Negli anni ha continuato a dire (e non dire) di essere stata al centro di un sistema di affari e politica fatto di scambi di favori e pressioni, per conto dei socialisti, di cui le tangenti del gigante petrolifero Elf-Aquitaine o quelle pagate per la consegna di sei fregate a Taiwan nel 1991 sarebbero solo la punta di un iceberg.
Nel 2010 anche Sarkozy è stato travolto, dal caso Bettencourt, diventato notizia e argomento di propaganda. Secondo il sito Mediapart, la campagna del 2007 che lo portò all'Eliseo sarebbe stata finanziata anche da 150 mila euro in nero. Rivelazione smentita dall'ormai ex presidente e bollata come «calunnia che ha un solo scopo, infangare senza nessun collegamento con la realtà».
Un vizio tipicamente francese, quello di lasciarsi affabulare da una storia che, verificata o meno che sia, finisce col lasciare il segno.
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