Robert Kennedy jr e il suicidio della (ex) moglie: non ho colpe

Ai funerali di Mary Richardson trionfano le divisioni familiari: esequie vip per i Kennedy, cerimonia bis per i parenti di lei. Che protestano in tribunale

Robert Kennedy jr e il suicidio  della (ex) moglie: non ho colpe

Era prevedibile che finisse così, e alla fine così è andata. Al funerale di Mary Richardson, (ex) moglie di Robert Kennedy jr, morta suicida giovedì scorso, la protagonista non è stata lei, ma la famiglia dell'(ex) marito. I Kennedy al centro di tutto, come sempre. Nonostante le proteste della famiglia di Mary, i Richardson, che hanno pure tentato di impedire in tribunale che la donna fosse seppellita nel cimitero di Centerville, in Massachusetts, dove si trovano già altre tombe della dinastia. Che hanno sostenuto che il funerale di Mary fosse cosa loro, visto che ormai dal suo Kennedy era separata.

Niente da fare. Mary Richardson Kennedy è stata seppellita a Centerville, in una nuova fila di tombe appena acquistata dall'ex marito, a poca distanza dai suoi ex parenti. Bus e automobili hanno trasportato familiari e amici fino al cimitero, a quattro ore di distanza da dove si sono svolti i funerali: la chiesa di San Patrizio a Bedford, nello stato di New York, dove Mary si era trasferita con marito (prima della separazione, nel 2010) e figli, e dove è stata ritrovata, morta, impiccata nel garage dietro casa. Al suo funerale - racconta il Telegraph - non sono mancate le celebrità: Glenn Close, Dan Aykroyd, Chevy Chase, Susan Sarandon e perfino il campione di tennis John McEnroe. E poi i Kennedy: la «matriarca» Ethel (vedova di Bob Kennedy e madre di Robert jr) e poi due cugine di Robert jr, Caroline Kennedy (la figlia di Jfk) e Maria Shriver, cioè la ex moglie di Arnold Schwarzenegger (anche se i due non hanno ancora divorziato, sono separati dopo il tradimento choc di lui con la domestica, con figlio segreto annesso). E i parenti di Mary? Hanno deciso di celebrare un altro funerale, ieri, in un hotel di New York, nel Meatpacking district, a Manhattan.

Ognuno insomma ha preso decisioni per conto proprio, all'insegna della disarmonia familiare. Altro che uniti nel dolore: più separati che mai. Ma non è finita lì. Non solo doppie cerimonie e visite in tribunale per la sepoltura della povera Mary: perfino l'ex marito Robert si è premurato di fare sapere, il giorno dell'addio, che se Mary si è uccisa non è colpa sua. Perché in effetti secondo alcuni la loro separazione avrebbe peggiorato le condizioni già fragili di Mary, ma lui ha puntualizzato: «Combatteva così duramente. Aveva questi demoni, davvero non se lo meritava. So che ho fatto tutto ciò che potevo per aiutarla». C'è da dire che Robert jr non si è soltanto lavato la coscienza. Ha raccontato che il giorno prima del suicidio Mary gli telefonò, ha raccontato che forse - pur avendo fatto tutto ciò che poteva, per lei - in qualche modo aveva contribuito anche lui, all'infelicità della sua ex moglie, chiedendole di trasferirsi fuori città, lasciando Manhattan e la carriera da architetto per curare i loro quattro figli. «Era una ragazza di SoHo. Mi rimproverava di averla portata via dalla sua professione». E poi le parole d'amore, alla fine: «Era la donna più straordinaria che avessi mai incontrato. Per lei ho provato ciò che non proverò mai per un altro essere umano. La sua qualità più grande era il coraggio».

Ora certo, quello servirà ai suoi quattro figli, rimasti soli.

Il più grande ha diciotto anni, l'ultimo undici. Il loro papà Robert vive a Los Angeles e ha una nuova compagna (una star della tv), la loro mamma è in un cimitero del Massachusetts, in mezzo ad altri Kennedy.
twitter: @ele0norab

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