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Scandalo Malta, 650mila euro per farsi il passaporto europeo

L'isola approva una legge per vendere cittadinanza e documenti anche ai non residenti: la selezione affidata a una società privata

Scandalo Malta, 650mila euro per farsi il passaporto europeo

Siete un imprenditore cinese pronto a tutto pur di superare le barriere doganali della Ue? Siete un terrorista internazionale deciso a sfruttare i vantaggi della libera circolazione di Schengen? Siete un narcos alla ricerca di una base d'appoggio europea? Bene, Malta è il posto che fa per voi. Grazie ad una legge approvata martedì dal Parlamento di La Valletta, con 650mila euro potete acquistare la cittadinanza maltese e mettervi immediatamente in tasca un passaporto europeo con cui lavorare, viaggiare e trafficare in tutti e 26 i Paesi dell'area Schengen. E se non vi sentite bene anche farvi curare sfruttando le convenzioni per la sanità di Bruxelles.

Un brutto film? No, la realtà a cui, grazie a quest'isoletta di 420mila abitanti, dovranno adeguarsi gli altri 27 Paesi della Ue e i loro 733 milioni di cittadini. Certo gli affari son affari e a questo pensava il premier maltese Joseph Muscat quando ha dato il via libera al decreto legge. A sentir lui la svendita della cittadinanza maltese garantirà l'arrivo ogni dodici mesi di circa 300 facoltosi investitori con al seguito capitali per circa 250 milioni di euro annui. Nelle previsioni d'un governo alla disperata ricerca di capitali in grado di rilanciare un'economia vicina al default l'ipotesi di un illecito utilizzo delle opportunità offerte dalla legge non viene, ovviamente, neppure considerata. Anche perché a dar retta ad un Muscat già sommerso dalle critiche dei maltesi, la cittadinanza verrà concesso solo a candidati di «alto valore» e al termine di un attenta «valutazione» preventiva.

Assicurazioni assolutamente soddisfacenti per una Commissione Europea prontissima a spiegarci, attraverso l'inossidabile portavoce Michele Cercone, che «gli Stati membri hanno piena sovranità nel decidere a chi e come garantiscono la loro nazionalità». Sante parole se la sovranità si accompagna anche ad un adeguato senso di responsabilità. Ma non è questo il caso.
Per capirlo basta considerare due elementi. Il primo è l'assenza di qualsiasi vincolo di residenza sul territorio maltese per chi acquisterà la residenza. Basterà un semplice bonifico per garantire a qualsiasi speculatore finanziario, a qualsiasi testa di legno del narcotraffico o a qualsiasi capocellula di un'organizzazione terrorista la creazione di un'insospettabile clone europeo di cui non esisterà alcun indirizzo o presenza fisica sul territorio maltese. Il secondo, non indifferente, neo è la mancanza di qualsiasi controllo di polizia sui candidati. La «severa» valutazione verrà infatti affidata alla multinazionale privata «Henley and Partners» specializzata, spiega il suo stesso sito, nell'individuare «i migliori posti del mondo in termini di tassazione, affari, possibilità di acquisizione della cittadinanza e qualità della vita».

L'identificazione di eventuali malintenzionati viene delegata, insomma, ad un'agenzia d'affari specializzata nel soddisfare non gli interessi della sicurezza o della legalità internazionale, ma quella di privati e facoltosi cittadini alla ricerca di dorati paradisi fiscali. Per la «Henley and Partners» sarà un affare doppiamente vantaggioso, visto che le permetterà d'incassare da una parte le provvigioni dello Stato maltese e dall'altro le ricche parcelle dei propri facoltosi, ma opachi clienti. Per tutti noi disgraziati cittadini della Ue sarà invece un ulteriore salto nell'insicurezza.
I futuri nuovi «europei» made in Malta sfuggiranno infatti a tutte le procedure di sicurezza preventiva garantite dai terminali dell'Interpol, dei servizi di sicurezza e delle forze di polizia competenti per i reati finanziari, come la nostra Guardia di Finanza.

La fame di capitali di Malta scava insomma un'altra breccia nella «fortezza Europa» rendendo assai complessa l'individuazione tempestiva di terroristi, delinquenti e speculatori internazionali.

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