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Siria, colpi vaganti contro mezzo israeliano nel Golan

Scontri tra ribelli e Assad al confine con Israele. Alcuni colpi raggiungo un mezzo dell'esercito ebraico

Sulle alture del Golan, al confine tra Siria e Israele, alcuni colpi di proiettile vaganti, sparati da oltre il confine, hanno raggiunto un mezzo dell'esercito ebraico, impegnato in un pattugliamento.

A Quneitra, vicino al confine tra i due stati, si consuma in questi giorni una battaglia sanguinosa tra l'esercito governativo e i ribelli. Il Golan, zona demilitarizzata dopo il 1974, si trova a breve distanza.

Proprio la vicinanza della regione montuosa agli scontri sarebbe la causa sia delle pallottole vaganti che oggi hanno raggiunto il mezzo israeliano, sia di quanto accaduto ieri, quando alcuni tank di Damasco hanno oltrepassato la linea di confine, finendo nell'area del cessate il fuoco.

La presenza dei tre mezzi in territorio israeliano aveva portato alla visita nell'area del capo di stato maggiore Benny Gantz, per un confronto con i comandanti della divisione schierata sulla frontiera e per rendersi conto degli scontri in corso oltre la frontiera. "Ciò che accade in Siria", aveva detto chiaramente, "può presto diventare un problema israeliano".

Le violenze sul territorio siriano non si sono fermate neppure oggi. Le forze dei ribelli hanno condotto diversi attentati dinamitardi contro le roccaforti governative, mentre le forze fedeli al regime hanno continuato con i bombardamenti - ormai costanti - sulle regioni solidali alla rivolta, o "liberate". Il drammatico bilancio della giornata sarebbe di oltre duecento morti, cifra impossibile da confermare in modo indipendente.

Nella regione centrale di Hama, cinquanta soldati di Assad sono stati uccisi, in un attentato suicida portato a termine dal Fronte Al Nusra. Vicini alle idee di Al Qaeda, le milizie fondamentaliste sono tra le più preparate alla lotta sul campo presenti al momento in Siria. A dimostrarlo l'efficacia delle azioni portate a termine nell'ultimo periodo.

A Doha, in Qatar, proseguono intanto i colloqui tra le varie anime dell'opposizione ad Assad. Attualmente riuniti sotto l'egida del Consiglio Nazionale (CNS), a più riprese accusato di essere eccessivamente distante dalle vicende siriane e incapace di agire concretamente, gli oppositori del regime potrebbero cercare nei prossimi giorni una nuova intesa che, rispettando anche le richiesta statunitensi, porti alla definizione di una nuova leadership.

Il CNS dovrebbe approvare oggi un allargamento del numero di delegati, da 330 a oltre 400, inclusa una quota di donne, civili e giovani del "movimento rivoluzionario", nel tentativo di evitare un'estromissione dalla guida delle forze contrarie al regime.

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