Oggi l'apertura dei Giochi: la sicurezza al primo posto

Le Olimpiadi invernali di Sochi si aprono tra molte controversie: dalla sicurezza ai soldi spesi, fino alla minaccia del terrorismo. Nella cerimonia d'apertura anche il duo pseudo lesbo Tatu

Oggi l'apertura dei Giochi: la sicurezza al primo posto

Si apriranno questo pomeriggio alle 17 i giochi di Sochi 2014, da diverse settimane sotto l'occhio dei media. Sarà il famoso soprano Anna Netrebko, un’allieva di Renata Scotto, a cantare stasera l’inno olimpico durante la cerimonia di apertura dei giochi di Sochi. È uno dei pochi "segreti" rivelati oggi in conferenza stampa da Konstantin Ernst, produttore ed ideatore della serata. Nella cerimonia prevarrà la musica classica, ha aggiunto, ma ci sarà anche il duo pseudo lesbo Tatu, una delle icone del pop russo: le due cantanti hanno sfondato anche grazie allo sfruttamento della loro presunta relazione omosessuale, peraltro smentita in varie occasioni.

Diverse le critiche rivolte all'organizzazione, prima fra tutte la sfida della sicurezza, in un'area come quella del Caucaso, interessate da una mai sopita minaccia terroristica. Con 40 Capi di Stato presenti e più di 3000 atleti provenienti da 88 Paesi differenti, i giochi saranno terreno fertile per gli attacchi terroristici, ma anche il tema della privacy desta preoccupazione. Il Dipartimento per la Sicurezza americana ha specificato di "non aspettarsi nessuna sicurezza sulla privacy" e anzi di attendersi l'azione di hacker, a cui i dati fanno molta gola. Un giornalista della Nbc ha provato a effettuare un test sulla sicurezza con due computer e uno smartphone, scopendo che non appena connessi alla rete locale russa la connessione veniva immediatamente intercettata da soggetti che, con messaggi di spam e trojan virus cercavano di rompere le barriere di sicurezza. Lo stesso governo russo ha dichiarato che nemmeno negli hotel ci si può aspettare un qualche forma di sicurezza, invitando chi parteciperà all'evento a non tenere dati importanti sui dispositivi.

Critiche aspre sono arrivate a Vladimir Putin anche per il luogo scelto per lo svolgimento delle Olimpiadi invernali, per le "leggi anti-gay" e le violenze sugli omosessuali. Temi messi in luce anche dalle Pussy Riot - che hanno chiesto ai gioverni del mondo di boicottare Putin. Il segretario dell'Onu, Ban Ki Moon, ha sottolineato i problemi legati alla sicurezza e le eccessive violenze dello Stato, ma anche il costo dei Giochi (50 miliardi), è stato oggetto di polemiche. Un miscuglio esplosivo, che nei prossimi giorni potrebbe riservare sorprese. Le società aeroportuali russe hanno chiesto a tutti gli Stati coinvolti di monitorare le partenze, in quanto esplosivi o materiali infiammabili potrebbero essere nascosti persino nei tubetti di dentifricio. E mentre le autorità russe hanno garantito la sicurezza degli atleti e dei capi di Stato - con iniezioni di denaro da capogiro e un dispiegamento di forze tutt'altro che limitato -, non hanno potuto fare lo stesso per tutti i visitatori arrivati in Russia per i Giochi.

Grande preoccupazione anche sul piano del terrorismo, per le cosidette "vedove nere", donne che nella maggior parte dei casi hanno perso un marito militante in un attentato, che potrebbero cercare di colpire i Giochi. Il governo ha già diffuso dei volantini raffiguranti tre donne - 22, 26 e 34 anni -, descrivendole come "pericolose e addestrate a compiere atti terroristici". Già a fine dicembre un attacco terroristico aveva sconvolto la cittadina di Volgograd, a 500 kilometri da Sochi, provocando la morte di 34 persone. L'attacco è stato rivendicato da un gruppo di terroristi del Daghestan, che hanno lanciato un messaggio sul web descrivendo come il prossimo bersaglio possa essere proprio la cittadina che ospita le Olimpiadi. Il governo americano, in risposta a queste provocazioni, ha inviato delle navi militari nel Mar Nero: in caso di attacco, evacueranno i loro cittadini immediatamente.

Il premier Enrico Letta, che risulta fra gli invitati, ha dichiarato: "E così, dopo anni di sacrifici, che i nostri atleti sono arrivati a Sochi. Rappresentano l'Italia. Sfilano dietro il tricolore. Sono portatori dei valori che la nostra bandiera in sé compendia: la libertà, l'eguaglianza, la condanna di ogni forma di discriminazione. Principi inscritti nella Costituzione repubblicana come pure, a ben vedere, nella più profonda identità europea.

Esserci vuol dire porsi in continuità con la nostra tradizione olimpica. Una tradizione fatta di presenze. Mai di diserzione". Insomma, fuori la politica dallo sport, ma i rischi legati alla sicurezza restano.

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