La strana morte del numero due dell'Industria iranianoil caso

Tel AvivL'auto del vice-ministro stava viaggiando nella parte orientale della capitale Teheran quando due colpi di pistola lo hanno centrato, uno alla testa, uno al petto. Safdar Rahmatabadi era il numero due del ministero dell'Industria iraniano; una poltrona di basso profilo che deteneva anche ai tempi dell'ex presidente Mahmoud Ahmadinejad. L'assassinio, confermato dall'agenzia di stampa di Stato Irna, è avvenuto domenica, proprio poche ore dopo la conclusione dei negoziati a Ginevra tra potenze occidentali e Iran sul programma nucleare di Teheran. E resta tuttora un mistero. La coincidenza è stata subito minimizzata dalle autorità locali ma ad alimentare il giallo c'è un'intera scia di omicidi le cui vittime potrebbero essere legate alla corsa nucleare di Teheran.
Un'altra agenzia di stampa iraniana, citando fonti della polizia nella capitale, ha parlato di motivi personali dietro all'omicidio. I due colpi di pistola, hanno detto gli agenti che stanno lavorando all'inchiesta, sarebbero partiti dall'interno dell'auto.
È già accaduto, e più di una volta, che negli ultimi anni, in Iran, personaggi legati alla sfera pubblica siano stati obiettivo di omicidi e proprio nelle scorse settimane altre due morti violente hanno sollevato preoccupazione. Un giudice è stato ucciso nella provincia del Sistan-Baluchistan, al confine con l'Afghanistan e il Pakistan, da un gruppo islamista sunnita e le Guardie rivoluzionarie starebbero indagando sulla morte di un loro membro, anche se pubblicamente hanno negato l'ipotesi dell'omicidio. Non sono però queste morti ad alimentare da mesi speculazioni su una guerra segreta tra servizi di intelligence.
Tra il 2007 e l'inizio del 2012, infatti, cinque scienziati iraniani sono stati uccisi, alcuni mentre di recavano sul posto di lavoro. Gli uomini lavoravano tutti al controverso programma nucleare nazionale che per Teheran ha scopi civili ma che per i governi occidentali, Israele e le corti del Golfo nasconde invece un già avanzato potenziale militare. Stati Uniti e Unione europea impongono per questo da anni sanzioni e misure economiche al Paese. Il delitto oltretutto arriva proprio nei giorni in cui, a Ginevra, i cinque membri del Consiglio di Sicurezza più la Germania hanno trattato con i negoziatori iraniani a un accordo - per ora saltato - sul ridimensionamento del piano nucleare degli ayatollah.
Tra i Paesi che più temono un Iran atomico c'è Israele, che non ha mai nascosto d'essere pronto ad azioni militari contro le installazioni nucleari iraniane in caso Teheran ottenesse la bomba atomica. Proprio ieri, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato, dopo il fallimento delle trattative del week-end a Ginevra. I colloqui riprenderanno il 20 novembre e questa pausa potrebbe essere utile per ottenere «un accordo migliore», ha detto.
Se il tanto discusso attacco israeliano finora non è stato necessario, tra i due Paesi sarebbe già attiva una non provata guerra d'intelligence.

Il regime degli ayatollah accusa infatti Israele e i suoi alleati occidentali d'essere dietro l'assassinio dei suoi scienziati nucleari, l'ultimo ucciso nel gennaio 2012 quando un motociclista sconosciuto ha fiancheggiato la sua Peugeot 405 e appoggiato alla carrozzeria dell'automobile una bomba magnetica. Israele non ha mai commentato questi fatti e gli Stati Uniti hanno sempre negato ogni coinvolgimento.

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