L’esecutivo francese è già sotto assedio dopo appena un mese di lavoro. Dai media «amici» agli alleati ecologisti e del Front de gauche, sembra in stand by la luna di miele tra François Hollande e il suo elettorato più «rosso». Il quotidiano Libération e altri cartacei da giorni chiedono lumi sul piano di assunzioni promesso dal Ps in campagna elettorale, a cui seguirà - ecco l’inattesa tegola - un duro taglio al personale dei ministeri che non era stato comunicato. L’accusa è di voler dissimulare la materia del cosiddetto piano di rigore: a fronte delle sessantamila assunzioni nel campo della scuola e delle cinquemila nuove posizioni tra giustizia, polizia e gendarmeria, a cui Hollande non vuole rinunciare, il governo ha previsto la riduzione dei ministeriali.L’obiettivo è ristabilire l’equilibrio budgetario entro il 2017. E c’è già chi evoca il precedente del governo Mauroy: quando un piano di rigore nel 1983 provocò la dimissione dei ministri comunisti e la formazione di un nuovo governo. Solo che Hollande ha già rivisto alcune caselle dell’esecutivo: ha spostato Nicol Bricq ( Ps)dall’Ecologia al Commercio estero perché pare volesse impedire ricche trivellazioni al largo della Guyana francese. Gli ecologisti sono insorti: «Molto grave».Ma c’è già un’altra gatta da pelare. Jean-Luc Mélanchon e i comunisti attaccano il ministro dell’Economia e quello dell’Interno. Il popolo de gauche si sente preso in giro da un presidente che ha iniziato il mandato annunciando lavoro, e che invece taglia. Così, ieri, il ministro del Lavoro ha provato a minimizzare. Ma senza successo. Il premier, Jean Marc Ayrault, rifiuta l’espressione «piano di rigore » su cui i media insistono da giorni. Meglio parlare di «sforzi», dice Ayrault. Il taglio al personale dei ministeri è pari al 2,5% per ognuno dei prossimi cinque anni: circa 600 mila lavoratori su un totale di 2,4 milioni. «Avremo modo di creare posti di lavoro in un certo numero di ministeri, mentre in altri semplicemente non andremo a sostituire i dipendenti che vanno in pensione con nuove assunzioni », ha spiegato Hollande rispondendo alle sollecitazioni degli alleati che cercano di decrittare il piano del governo.
Hollande non vuole rinunciare alla promessa fatta in campagna elettorale. Ma come scrive L’Expansion ,per farciò andrà a tagliare in altri ministeri. «L’obiettivo è la stabilità del personale del servizio pubblico spiega Hollande- . Per coloro che non vedono alcun cambiamento, sono pronto a dare lezioni private». Dai tribunali alle cattedre, l’esecutivo lavora per assumere, ma taglia in dicasteri meno mediatici. Mélanchon chiede lumi anche sull’immigrazione e il ministro dell’Interno Manuel Valls prova a mettere un po’ d’ordine sulle cifre, ma le critiche gli hanno fatto fare un preventivo stop and go. Idem sulla questione del cumulo delle cariche, su cui premier e presidente hanno da subito insistito: in una Francia in cui essere deputato-sindaco e magari ministro è una consuetudine, si comincerà soltanto dall’anno prossimo. Uno slittamento che insieme agli altri temi sembra aver scontentato la gauche più radicale. Sarà per questo che il governo rilancia la promessa delle nozze e delle adozioni gay.
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