Londra Colpo di scena nella vicenda delle tre donne-schiave segregate in una casa nel quartiere di Lambeth nella zona meridionale di Londra e liberate un mese fa. Non si è trattato di un vero e proprio sequestro multiplo di persona, ma le tre donne facevano in realtà parte di una «comune» con i cui membri condividevano la stessa ideologia politica.
Sono queste le ultime rivelazioni della polizia metropolitana della capitale britannica che sta indagando a 360 gradi sull'inquietante caso. La coppia dei due aguzzini arrestati e poi rilasciati dalla polizia sarebbero invece di nazionalità indiana, l'uomo, e tanzaniana la donna, arrivati in Gran Bretagna negli anni Sessanta.
«Due delle vittime - ha detto il comandante della polizia di Londra, Steve Rodhouse - incontrarono allora la coppia con cui condividevano una stessa ideologia politica. Iniziarono a vivere tutti insieme in una specie di comune all'interno della quale sarebbe nata la ragazza che oggi ha trent'anni, sempre vissuta in cattività.
Le donne continuarono a vivere nella casa anche dopo che la comune di sciolse, legate a quanto pare alla coppia da legami invisibili di natura psicologica. Riteniamo - ha detto il poliziotto - che in questa vicenda si siano verificati abusi emozionali e fisici».
La polizia aveva liberato le tre donne lo scorso mese. Si tratta di una malese di 69 anni, di un'irlandese di 57 e di una britannica di 30. L'operazione di salvataggio era partita grazie alla denuncia di un gruppo di beneficenza «Freedom Charity» che ha riferito di aver ricevuto una telefonata da una donna che affermava di essere stata trattenuta contro la sua volontà per oltre trent'anni.
Ulteriori accertamenti hanno portato all'individuazione della casa e grazie a lunghe trattative condotte dall'organizzazione di beneficenza per conquistare la fiducia delle tre donne-schiave, alle fine sono state liberate.
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