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In Ucraina lo sport nelle urne: duello tra il pugile e il calciatore

In Ucraina lo sport nelle urne: duello tra il pugile e il calciatore

MoscaAgli occhi degli europei, l'Ucraina è stata a lungo la terra dei tubi del gas, dello scontro tra i giovani innamorati dell'Occidente e i partiti conservatori, della guerra fredda tra i diplomatici di Putin e quelli della Casa Bianca. Ma alle elezioni politiche di oggi la sfida più interessante è fra due campioni dello sport, il pugile Vitaly Klitschko e Andriy Shevchenko, stella del Milan e della nazionale di calcio: ci sono loro sulle pagine dei quotidiani ucraini alla vigilia del voto. Klitschko ha maggiori probabilità di successo. Per anni ha combattuto sul ring assieme al fratello Vladimir, è stato campione del mondo dei pesi massimi e questo gli ha portato contratti milionari nelle arene americane e popolarità da vendere nelle province ucraine. Appesi provvisoriamente i guantoni si è messo in politica: il suo partito si chiama Alleanza democratica per le riforme, e la sigla, Udar, significa «pugno». Secondo i sondaggi è al 15 per cento, forse non basterà a vincere, ma potrebbe essere sufficiente per insidiare il governo. Klitschko ha girato tutta l'Ucraina nelle ultime settimane, usa il palco come se fosse un ring e dice quel che la gente vuol sentire: le pensioni sono troppo basse, le autorità sono corrotte, i giovani devono avere la possibilità di lavorare nel loro Paese natale. «Sei milioni di ucraini non vedono futuro e il 70 per cento dei nostri ragazzi se ne vuole andare all'estero – ha detto durante uno degli ultimi comizi –. Che nazione è mai questa? Dobbiamo avere salari migliori, che ci permettano di pagare una tv in un mese, un'auto in cinque anni e una casa in dieci». Parole sante in un Paese in cui lo stipendio medio non supera i 400 euro al mese. Anche Shevchenko ha deciso di dedicarsi alla politica una volta che ha lasciato il mondo del calcio. A Kiev è una specie di eroe, ha vinto il Pallone d'oro nel 2004 ed è stato il capitano della Dinamo, la squadra più prestigiosa del Paese. Il passaggio alla nuova carriera, tuttavia, sembra più difficile del previsto: pochi si aspettano sorprese dal suo partito, Avanti Ucraina, i più ottimisti dicono che arriverà al 5 per cento, sarà difficile conquistare un seggio in Parlamento.
La sfida fra i due sportivi non annulla i problemi di questo enorme Paese al confine orientale dell'Europa. Il governo è nelle mani del Partito delle Regioni, il cui leader, Viktor Yanukovich, è presidente della Repubblica dal 2010. Il capo dell'opposizione, Yulia Timoshenko, si trova in carcere per corruzione e tradimento, anche se molti credono che il vero motivo della condanna sia il suo impegno politico. Il caso è seguito dall'Unione Europea, dagli Stati Uniti e dalle organizzazioni per i diritti umani, ma sinora il governo di Kiev è sembrato irremovibile, Timoshenko deve scontare sette anni di carcere e tutto lascia pensare che ci siano poche possibilità di ottenere sconti. La vicenda ha contraccolpi anche su questo voto: «Le elezioni sono una truffa – ha detto alla vigilia uno degli avvocati di Timoshenko –. La campagna sarebbe completamente diversa se anche lei avesse la possibilità di partecipare». Otto anni fa Timoshenko ha guidato la rivolta arancione, il grande movimento filoccidentale che ha preso il potere nel 2004 e lo ha mantenuto sino al 2010, senza riuscire a compiere le riforme di cui l'Ucraina aveva bisogno. I tempi della rivoluzione sembrano lontani: nel 2004 gli studenti delle università occuparono il centro di Kiev per settimane, in pieno inverno, sino alla vittoria delle elezioni, ma oggi hanno perso la voglia di cambiare il Paese. Ci sono persino giovani che mettono all'asta il voto sui social network: 250 hryvnyas, circa 30 euro, in cambio di una fotografia con la croce nella parte giusta della scheda. L'altro grosso guaio dell'Ucraina è il gas. Punto di passaggio per i gasdotti che partono dalla Russia e raggiungono l'Europa, negli ultimi anni Kiev è stata al centro di guerre commerciali con Mosca che si sono ripercosse sui mercati europei: quando le due capitali non trovano un accordo sul prezzo delle forniture e sulle tariffe per il transito, il gas si ferma da qualche parte nelle campagne ucraine. Il problema è che le trattative avvengono quasi sempre nel bel mezzo dell'inverno: per evitare che lo stallo ripeta, la Russia è impegnata nella costruzione di un gasdotto che passa per il Mar Nero e schiva l'Ucraina – al progetto partecipano anche gli italiani di Eni. Yanukovich ha avuto un incontro con il presidente russo, Vladimir Putin, proprio la scorsa settimana.

La vittoria del suo partito alle elezioni di oggi pare fuori discussione, poi si penserà al gas.

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