Gli Usa aprono alle nozze gay: matrimoni omosessuali validi in tutti gli Stati

La Corte suprema parifica le unioni omosessuali a quelle tra uomo e donna a livello federale. Obama: "Storico passo verso l'uguaglianza. È finita la discriminazione"

Gli Usa aprono alle nozze gay: matrimoni omosessuali validi in tutti gli Stati

Un boato di gioia, grida e applausi ha accolto la sentenza storica della Corte suprema statunitense che ha in sostanza parificato a livello federale le nozze omosessuali a quelle tra uomo e donna.

I giudici hanno infatti abrogato la Doma (Defence of Marriage Act), le legge federale Usa che dichiarava valido solo i matrimoni eterosessuali. Legge considerata oggi incostituzionale da cinque giudici su nove. A fare la differenza è stato Anthony Kennedy che ha fatto la differenza schierandosi con i quattro giudici scelti dai democratici.

La decisione era attesa da giorni: fuori dalla Corte suprema tantissime bandiere del movimento gay, striscioni e attivisti aspettavano la sentenza. Esulta anche Barack Obama, che aveva promesso l'abrogazione della Doma (varata da Bill Clinton nel 1996) fin dalla campagna elettorale del 2008. "È uno storico passo avanti verso l’uguaglianza", ha twittato il presidente Usa che ha poi introdotto un nuovo hastag per festeggiare: #LoveIsLove (L'amore è amore). "Cancellata legge discriminatoria che trattava coppie gay innamorate e impegnate come cittadini di serie B", ha aggiunto, "L’amministrazione è stata sempre rispettosa a come le istituzioni religiose definiscono e consacrano il matrimonio. Questa decisione, che riguarda solo le nozze civili, non cambia questo nostro atteggiamento".

Per spianare la strada ai matrimoni gay nei singoli Stati - sono già legali in 12 su 50 - la Corte Suprema ha inoltre evitato inoltre qualsiasi decisione sulla Proposition 8 e rimandando la sentenza a una corte californiana alla quale suggeriscono di abolire il provvedimento. "Prop8" è il nome dato al referendum, celebrato nel novembre del 2008, con cui si chiedeva di mettere al bando il diritto alle nozze gay stabilito dalla Corte Suprema dello stato della California pochi mesi prima (il 15 maggio 2008). Al termine di uno scontro feroce, il 52% degli elettori del Golden State votarono sì al referendum abolendo così il matrimonio tra omosessuali. A quel punto sono partiti i ricorsi e altri furibondi scontri legali. Infine, nell’agosto del 2010 il tribunale di Los Angeles ha bocciato il quesito approvato dal referendum, definendo la Prop8 incostituzionale. Ora un altro tribunale dovrebbe deciderne l'abolizione definitiva.

E mentre a Washington otto chiese protestanti hanno suonato le campane a festa, i

vescovi americani salgono sulle barricate. "È un giorno tragico per il matrimonio e per la nostra nazione", ha commentato il presidente della conferenza episcopale americana, l’arcivescovo di New York Timothy Dolan.

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