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Usa, alla Corte suprema il ricorso sulla libertà religiosa contro l'Obamacare

Il fondatore di una catena di 600 negozi non vuole che l'assistenza sanitaria obbligatoria copra anche le spese per la pillola del giorno dopo

Usa, alla Corte suprema il ricorso sulla libertà religiosa contro l'Obamacare

New York - Arriva oggi alla Corte suprema negli Stati Uniti uno dei casi che ha acceso le controversie sulla riforma sanitaria di Obama, rinforzando l'eterno dibattito americano sulla libertà di religione e i suoi limiti. L'Affordable Care Act, meglio conosciuto con il nome di Obamacare, prevede che ogni datore di lavoro fornisca ai propri impiegati copertura sanitaria. La catena di negozi di decorazioni per arredamento Hobby Lobby, però, ha un problema con questa riforma. Per motivi religiosi, la famiglia Green - devoti membri della Chiesa battista a Oklahoma City - non vuole che l'assistenza sanitaria fornita da Hobby Lobby copra anche, come previsto, farmaci come la pillola del giorno dopo. "Ho convinzioni profonde e il governo non dovrebbe chiedermi di andare contro la mia coscienza", ha detto al Wall Street Journal David Green, 72 anni, il fondatore della catena, che con i suoi oltre 600 negozi dà lavoro a circa 28mila persone. Secondo la famiglia Green, il suo "credo religioso proibisce di fornire un'assistenza sanitaria che copra farmaci contraccettivi che mettono fine alla vita umana dopo il concepimento".

Hobby Lobby davanti alla Corte suprema fa appello al "Religious Freedom Restoration Act", una legge federale del 1993 mirata a prevenire norme capaci d'essere un peso per il credo religioso dei cittadini. Se l'argomento della famiglia è dunque la libertà religiosa, quello del governo è invece il diritto delle impiegate di ottenere una copertura sanitaria e delle donne di scegliere.

Se i Green smettessero di fornire assicurazioni sanitarie ai propri impiegati dovrebbero pagare una multa da 26 milioni di dollari all'anno, perderebbero competitività e lo stesso business rischierebbe una crisi.

L'attenzione delle televisioni e dei giornali di tutto il Paese, che hanno già dato inizio a un duro dibattito, è focalizzata dunque ora sulle mosse della Corte Suprema, anche se per un verdetto finale occorrerà attendere.

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