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Gli Usa ora attaccano l'Europa. I nostri 007: da noi niente abusi

Washington: "Anche i governi Ue spiano i nostri leader". Agenti Cia e Nsa contro Obama. E Letta vede i vertici dei servizi

Il presidente Usa Barack Obama e il vicepresidente Joe Biden
Il presidente Usa Barack Obama e il vicepresidente Joe Biden

In America gli 007 sono in rivolta contro Barack Obama sospettato di averli scaricati. A Washington cominciano a saltare i nervi e un alto responsabile dello spionaggio avvisa durante un'audizione al Congresso: «Anche i nostri alleati europei spiano i leader e i servizi d'intelligence americani». In Europa le rivelazioni sui tentativi di spionaggio russi durante il G20 di settembre sanno tanto di polverone. In Italia la vicenda del Datagate, troppo complessa per le competenze di gran parte dei nostri deputati, sembra destinata a diluirsi tra la superficialità del dibattito parlamentare e i meandri di quello istituzionale. Il gran regista del caso italiano è Marco Minniti, un politico ben informato sull'argomento. Il sottosegretario con delega ai Servizi da una parte offre garanzie sull'operato della nostra intelligence e dall'altra lavora d'intesa con il premier Enrico Letta per garantire un'assoluzione istituzionale alle agenzie di sicurezza italiane. Lo strumento formale per archiviare la questione e garantire un patentino di buona condotta ai nostri 007 sarà il «Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica» (Cisr), convocato per domani mattina alle 10 su mandato del Presidente del Consiglio, dopo l'incontro a palazzo Chigi con il capo del Dis, Giampiero Massolo.
L'assoluzione della nostra intelligence è in parte anticipata dalle spiegazioni di Minniti secondo cui l'Italia da una parte ha «chiesto per tempo» spiegazioni agli Usa e dall'altra è in grado di dar garanzie solo per le comunicazioni nazionali. «Quando parliamo di sicurezza delle comunicazioni ci riferiamo a quanto avviene sul territorio italiano nelle comunicazioni da e verso altri Paesi è difficile garantire». Come dire, all'estero le vostre comunicazioni possono finire ovunque.
Le rivelazioni sui presunti tentativi russi di spiare i delegati al G20 di Mosca regalando delle pennette Usb sembra, invece, un polverone sollevato ad arte per sviare l'attenzione dalle intercettazioni statunitensi sul terreno europeo. Le chiavette Usb sono strumenti intrusivi ben noti e qualsiasi delegato governativo con accesso a dati riservati sa di dover lavorare esclusivamente con quelle personali e garantite. L'ipotesi che i russi puntino su un metodo così goffo e scontato risulta dunque poco plausibile e regala ai portavoce russi l'opportunità di smentire tutto liquidando la notizia come un «chiaro tentativo di sviare l'attenzione».
Negli Usa, mentre il Wall Street Journal avvalora l'idea di un'implicita collaborazione, raccontando che Francia e Spagna condividevano le intercettazioni raccolte sui fronti di guerra, monta invece la rabbia dei servizi segreti. «Obama ci ha scaricato, potrebbe non aver ricevuto briefing sullo spionaggio dei leader, come dice la Nsa, ma il Consiglio Nazionale della Sicurezza della Casa Bianca sapeva esattamente cosa stesse accadendo. Sostenere il contrario è ridicolo» raccontano funzionari anonimi al Los Angeles Times.

Per uscire dall'imbarazzo repubblicani e democratici lavorano al Freedom Act, una legge bipartisan che punta a una riduzione drastica delle intercettazioni sul fronte interno.

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