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Va in scena il "Jesus Christ Superstar" dell'islam

Si chiama Clusters of Light il musical prodotto negli Emirati Arabi con star del mondo musulmano e grazie a un team teatrale internazionale. Racconta la vita di Maometto, ma senza farlo mai vedere in "carne e ossa"

Va in scena il "Jesus Christ Superstar" dell'islam

È un po' il Jesus Christ Superstar dell'Islam, racconta la vita e la dottrina di Maometto e va in scena negli Emirati Arabi. Con una sfida in più: la religione islamica vieta di rappresentare il profeta con sembianze umane. Il protagonista di Clusters of Light quindi non può apparire sul palco. Il Guardian descrive nei dettagli la realizzazione del musical in lingua araba.
L'opera ha debuttato in un teatro da oltre venti milioni di euro costruito appositamente a Sharjah, un piccolo emirato vicino a Dubai. La produzione è stata impegnativa e ha coinvolto esperti da tutto il mondo. Meno di sei mesi per mettere in scena un musical ad alta tecnologia su una delle figure più importanti della storia. La parte più difficile è stata appunto "far apparire" Maometto senza che fosse fisicamente rappresentato. Lo scopo dei produttori è quello di rinnovare l'immagine dell'islam a livello mondiale. Sono previsti tour in Malesia, Turchia e anche a Parigi. E c'è un progetto per tradurre il libretto, scritto da un poeta saudita, in altre lingue per attrarre un pubblico non musulmano.
Nella squadra internazionale che ha lavorato allo spettacolo c'è Piers Shepperd, direttore tecnico delle cerimonie delle Olimpiadi di Londra e stretto collaboratore del regista Danny Boyle. Il cast comprende circa 200 attori, tra cui alcuni dei più conosciuti cantanti arabi, come Mohammad Assaf, il vincitore palestinese di Arab Idol, e il tenore tunisino Lofti Bouchnak, con scene animate spettacolari costruite intorno a loro, effetti speciali e immagini proiettate su enormi schermi alle spalle degli attori.
Il primo scoglio da superare, secondo il direttore creativo Richard Lindsay è stato riuscire a raccontare la storia dal punto di vista del profeta, mantenendolo fuori scena. "C'è solo una volta nello spettacolo in cui ci riferiamo a Maometto e lo rappresentiamo come una fonte di luce, il che è permesso. Per il resto la storia è su ciò che lui ha fatto e fa e quindi non ci serve mostrarlo".
Il regista Gavin Robins, che viene da esperienze totalmente diverse, ha detto che Clusters of Light è stato lo show più tecnologicamente avanzato e più emozionante cui abbia lavorato: "È una sorta di thriller romantico. La prima volta che abbiamo realizzato la scena della morte del profeta l'intera troupe era davvero commossa". Shepperd ha aggiunto di aver cambiato la propria opinione su molti aspetti dell'islam, come il ruolo della donna: "Se cercate i più diffusi pregiudizi su questa religione, il nostro musical non fa per voi".
Certo, le cose sono un po' più complesse. Sharjah è molto tradizionalista e ha rigide leggi di "pubblica decenza" come il divieto a un uomo e una donna di stare insieme in pubblico se non sono sposati. E l'autore dell'opera, Abdulrahman al-Ashmawy, ha scritto un poema critico sulle donne dell'Arabia Saudita che rivendicano il diritto di guidare.

Ma Philippe Skaff, supervisore dello show, ha dichiarato: "Lo sceicco mi ha detto che se non avessimo realizzato lo spettacolo, se non diffondiamo il vero messaggio dell'islam, lasciamo che gli estremisti abbiano la meglio".

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