Valérie finta modesta scalza la ciliegina Carlà

L’avvicendamento fra première dame. La giornalista Trierweiler sembra timida, ma èuna dura. Anche lei snob e perfetta

Valérie finta modesta scalza la ciliegina Carlà

Diciamo la verità: Carlà non era simpatica, coi suoi birignao, le sue ballerine anche a gennaio e i suoi devastanti ululati alla luna quando impugnava la chitarra per fare il ver­so a Françoise Hardy. Ma questa Valérie, col suo sguardo da tacchi­no inviperito e il portamento di una che ha inghiottito un manico di sco­pa, rischia di farcela rimpiangere. Algida, snob, ruga problematica in mezzo alla fronte e piega sprezzante da intellettua­le, tipo la Annunziata (ma niente di casereccio, sia chiaro) Valérie è una dura travestita da ti­mida.

Ieri mattina, le croniste incaricate di tallonare le don­ne dei due candida­ti ai seggi si erano esercitate affron­tando il tema «stile». E anche lì, appunto, i giudizi si era­no ancora una volta confermati. La Trierweiler, 47 anni, giornalista politica e compa­gna del neo presidente François Hollande, si era presentata con un lungo cappotto bianco e marrone e classici pantaloni neri, cura­tissima. Carla Bruni, 45 an­ni, era sullo sportivo: ca­pelli sciolti, pantaloni a si­garetta, maglione e quel che immaginate ai piedi.

Se non altro, non avre­mo più una première dame, anche se sarà dannatamente com­plicato, nelle cerimo­nie ufficiali, capire come ci si dovrà ri­volgere alla ma­tura «fidanza­ta » del maturo presidente. Fi­danzata, per l’appunto?Amica?Compagna?Gli esperti di galateo e di bon ton del­l’Eliseo sono al lavoro da settima­ne, sottotraccia. Ve l’immaginate, un vis-a-vis con la regina Elisabet­ta, tanto per evocare un possibile in­contro tra iceberg? Hollande però sembra irrevoca­bile sul punto. Escluso anche un matrimonio civile, ha fatto sapere lui, che aveva tenuto lo stesso stile con Ségolène Royal (ex candidata socialista alle presidenziali del 2007) dalla quale ha avuto figli nu­mero quattro.

Eppure, in un certo senso, Carla ci mancherà. Bella, elegante, com­posta, educata come solo sanno es­sere le ragazze nate in certe fami­glie dell’alta borghesia chic con qualche quarto di nobiltà; e poi con quella camminata lieve e seducen­te da modella di gran classe: chi l’avrebbe detto che si sarebbe cala­ta a puntino, senza sbavature, in un ruolo diabolicamente difficile per una col suo passato sbarazzino? Ep­pure, anche i suoi detrattori della prima ora si dovettero ricredere. Il viraggio non era stato dei più facili. Da «epidermicamente di sinistra», tanto da schierarsi contro l’estradi­zione dell’ex brigatista Marina Pe­trella e da appoggiare la «causa» del terrorista rosso Cesare Battisti, a moglie perfettina del presidente. Assai più riservata, e certo meno glamour, anche se non meno snob è la Valérie: di quello snobismo au contraire , per capirci, dove il fatto di essere nata in una famiglia mode­sta, di estrazione operaia, viene fat­to passare da quelli come lei per una fantastica sciccheria, invece che per un banale accidente della vita. Due divorzi alle spalle, tre figli avuti dal segretario di redazione di

Paris-Match , il germanista Denis Trierweiler, la Trierweiler incarna la novità al’'Eliseo. Mai, prima d'ora,c’era stata una«fidanza­ta » accanto a un presiden­te. Ma lei ha l’aria di fregar­sene. Quinta di sei figli, Valerie Massonneau ha cercato di conciliare fa­miglia, carriera e politi­ca. Ha accompagnato Hollande durante tutta la campagna dandogli consi­gli e p­ubblican­do post su twit­ter ma anche in modo affet­tuoso, «pen­sa­ndo alle ca­ramelle al miele per la gola o ad aggiustare la cravatta o il soprabito»del suo uomo.Farà l’«at­trice non protagonista», dice; ma continuerà a fare la giornalista (un po’ a Paris-Match e un po’ in Tv, a Direct 8, rete privata). Un po’ per­ché le serve uno stipendio, e un po’ perché è troppo affezionata alla sua indipendenza.

Come si sente? le hanno chiesto ieri sera, a urne aperte.

E lei: «Come lo spettatore che entra nel film che stava guar­dando ». Un filo di tensione o di disa­gio, al pensiero di traslocare al­l’Eliseo? Ma no, ma no. «Saràpiùfaci­le per me di quanto non lo sia stato per Carla Bru­ni. Lei veniva

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