Vota la «Lombardia tedesca» Merkel rischia una batosta

Vota la «Lombardia tedesca» Merkel rischia una batosta

È un po’ come se da noi si votasse per le regionali in Lombardia. Anzi, qualcosa di più: perché il Nord Reno-Vestfalia (NRW in sigla per semplicità), con i suoi 18 milioni di abitanti e la sua straordinaria concentrazione di colossi industriali nella megalopoli della Ruhr e non solo, è qualcosa di più del cuore pulsante dell’economia tedesca. É realmente, se può passare il gioco di parole, la locomotiva della locomotiva d’Europa, ma anche - sotto il profilo politico - il luogo dove il significato di una vittoria o di una sconfitta si amplifica grazie al fatto che qui vive e vota quasi un tedesco su quattro.
Nel NRW si vota domani, e molti occhi attenti sono aperti su quelle urne. Dopo la sconfitta patita nel periferico Land settentrionale dello Schleswig-Holstein, una nuova batosta a Düsseldorf e dintorni comincerebbe a preoccupare la Cancelliera Angela Merkel. La quale in realtà non si fa troppe illusioni: nonostante questo voto regionale sia stato indetto in anticipo dopo solo due anni dalle precedenti elezioni proprio perché il precedente governo a guida Spd ha portato il Land a un grave indebitamento, i sondaggi danno la sua Cdu ferma al 31%, gli attuali sodali della Merkel a Berlino (i liberali della Fdp) a fatica sopra la soglia di esclusione del 5%, mentre la Spd viaggia sul 38 e i suoi naturali alleati verdi prenderebbero l’11.
È un’apparente contraddizione che proprio nel Paese che fa del rigore di bilancio una rigida priorità, gli abitanti della regione più ricca continuino ad affidarsi a chi di quel rigore ha una concezione assai più elastica: nel 2011 il NRW ha avuto un deficit di 3 miliardi di euro, e il governo rossoverde guidato da Hannelore Kraft è caduto per aver proposto un bilancio per il 2012 in negativo di 3,6 miliardi.
Il dibattito elettorale verte proprio sulla questione del debito, con i residenti delle città (molte delle quali sono finite sotto la supervisione diretta dello Stato, tanto in rosso sono i loro bilanci) che si preoccupano del futuro dei loro servizi, a rischio di cadere sotto la scure dei tagli. Molti cittadini, peraltro, si lamentano della necessità di indebitarsi per poi mandare ancora fondi di solidarietà alle regioni della ex DDR a 22 anni dalla riunificazione. E questo, per inciso, lascia capire quanta voglia possano avere gli elettori tedeschi di inviare aiuti alle «cicale» greche sull’orlo del baratro.
Se dunque il voto dell’NRW sarà una scelta tra l’indebitarsi per mantenere un certo tenore di vita (voto all’Spd) o rivedere i criteri di tassazione mantenendo però saldo il controllo dei conti pubblici (voto alla Cdu), è chiaro che da qui domani arriverà una sconfessione secca alla Cancelliera. Angela Merkel ha tentato di evitarla mandando avanti come candidato presidente uno dei suoi colonnelli, Norbert Röttgen, il quale è tutt’altro che contento di esporsi a una quasi certa brutta figura. Ma qui entrano in gioco le diaboliche dinamiche interne dei grandi partiti, con la Kanzlerin probabilmente non troppo dispiaciuta all’idea di appannare l’immagine di un possibile concorrente, come già avvenne con figure come Friedrich Merz e Christian Wulff.
C’è poi la questione dei liberali. Dati per moribondi ormai da tempo, con sondaggi a livello nazionale che li vedono sistematicamente al di sotto del fatidico 5 per cento che in Germania significa vita o morte politica, stanno dando inattesi segnali di vitalità: nello Schleswig-Holstein sono sì franati dal 14 all’8 per cento, ma hanno tenuto botta; e anche nell’NRW sembra che sopravviveranno (si parla del 5-6 per cento), soprattutto grazie al loro leader locale Christian Lindner, uno dei pochi dirigenti che riesce a infondere ottimismo nel partito più in crisi della Germania. Lindner ha una grande chance: se riuscirà a portare la Fdp nel parlamento di Düsseldorf, la rilancerà a livello nazionale, magari aprendole la strada per nuove alleanze più a sinistra, ma in caso contrario le prospettive appaiono cupe.

A quel punto Frau Merkel potrà permettersi di buttare a mare gli ormai falliti alleati di governo, vendicandosi tra l’altro del loro mancato sostegno in occasione della scelta del presidente della Repubblica e preparandosi a una nuova stagione politica, quella della Grosse Koalition con la Spd. Si intravedono tempi duri anche per la Germania, ed è meglio condividere le responsabilità.

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