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Washington frena Israele: "No all'invasione di Gaza"

Tra le vittime civili palestinesi ci sarebbero anche bambini. E la Casa Bianca chiede a Netanyahu di attuare l'autodifesa senza varcare il confine. Gli emissari della Lega araba domani a Gaza

Washington frena Israele: "No all'invasione di Gaza"

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Gaza City Il ronzio dei droni nei cieli di Gaza è costante. Nel quinto giorno dell'operazione Pilastro di Difesa, continuano i raid israeliani sul piccolo territorio palestinese, con ripetute forti esplosioni, come continuano i lanci di razzi da Gaza sul Sud d'Israele. Due missili hanno ancora sfiorato Tel Aviv. Nella città di Gaza, le strade solitamente affollate sono semi vuote, sono poche le botteghe aperte qualche ora al giorno per permettere agli abitanti di rifornirsi per la giornata. La popolazione resta chiusa in casa, cercando di decifrare segnali contrastanti: da una parte, gli attacchi israeliani sulla Striscia non si fermano; i riservisti arrivano a centinaia assieme ai mezzi militari lungo il confine, indicando la possibilità di un'incursione di terra; il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha detto ieri che l'esercito si prepara a una significativa espansione delle operazioni. Dall'altra parte, fonti palestinesi ed egiziane raccontano di colloqui in corso tra le parti: un inviato israeliano sarebbe volato al Cairo per discutere un cessate il fuoco.

Gli emissari della Lega araba saranno domani a Gaza, mentre ieri il ministro degli Esteri francese Laurent Fabius ha incontrato Netanyahu: «La guerra deve essere evitata» ha detto. Quello che la comunità internazionale cerca in queste ore di evitare è un'offensiva di terra israeliana. Un'incursione, infatti, come accadde nel 2008-2009 con l'operazione Piombo Fuso, aumenterebbe drammaticamente il numero di vittime. Nonostante i molti paragoni tra le due operazioni militari, quella in corso e quella di tre anni fa, le differenze sono numerose. Nel 2008, nelle prime 24 ore di attacchi aerei, le vittime a Gaza erano già più di 200. Benjamin Netanyahu avrebbe assicurato ai leader internazionali che Israele sta facendo il possibile per evitare vittime civili, con attacchi mirati contro quelli che secondo l'esercito sarebbero obiettivi militari: depositi di armi, postazioni di lancio razzi, o proprio miliziani dei gruppi radicali.
Nei raid però sono rimasti uccisi anche civili. Il bilancio delle vittime secondo il ministero della Sanità di Gaza è salito quasi a 70 ieri dall'inizio dell'operazione: il numero include anche civili, fra i quali ci sarebbero nove bambini. Ieri, un attacco israeliano ha colpito una casa.

Secondo l'esercito israeliano era di un comandante militare di Hamas. Nel raid però sono morte undici persone, tra membri della famiglia e vicini, hanno detto fonti del movimento palestinese che controlla Gaza. Le autorità israeliane hanno già aperto un'inchiesta su un attacco che, secondo alcuni media internazionali, potrebbe aumentare le pressioni su Israele per mettere fine all'operazione e soprattutto evitare un'incursione di terra. E le pressioni erano già robuste da prima. Il presidente americano Obama ieri, pur difendendo il diritto d'Israele a difendersi dal lancio di razzi, ha detto che un'incursione di terra rischia di gonfiare il numero delle vittime. William Hague è andato oltre.

Anche il ministro degli Esteri britannico ha rinnovato il proprio sostegno a Israele per poi però ricordare che un'invasione costerebbe al governo di Netanyahu l'appoggio internazionale.
Twitter: @rollascolari

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