Questa volta sono entrati dentro una sede sindacale, lauditorium della Cisl, e hanno contestato il segretario generale Raffaele Bonanni. Un gruppo di 40-50 persone, «tra lavoratori, cassintegrati, precari della scuola e studenti», spiegavano le agenzie di stampa, ha fatto irruzione in via Rieti, dove si è tenuta la presentazione del libro dello stesso Bonanni, intitolato Il tempo della semina. Erano presenti anche il segretario generale della Cgil Susanna Camusso e il leader della Uil Luigi Angeletti.
I contestatori sono entrati in piccoli gruppi, facilitati dallassenza di un vero e proprio servizio dordine. Hanno cercato di srotolare uno striscione, ma non ci sono riusciti perché i militanti e quadri della Cisl che erano presenti glielhanno impedito. A quel punto hanno attaccato con gli slogan: dal «fascisti» rivolto ai sindacalisti, al più gettonato «il contratto non si tocca, difendiamolo con la lotta» fino al «sciopero generale subito», questo evidentemente rivolto alla leader della Cgil Camusso, che dal giorno dellinsediamento è alle prese con le pressioni della sinistra del suo sindacato e degli antagonisti affinché indica la forma di protesta più importante. Nello striscione cera scritto «Contro il patto sociale sciopero generale».
A spingere fuori gli autonomi sono stati i sindacalisti. Nel parapiglia sono cadute piante e transenne e un uomo di 74 anni si è fatto male a una spalla. I manifestanti hanno continuato a gridare gli slogan fuori dallauditorium. Poco più tardi sono arrivati anche il ministro del Lavoro Sacconi e la presidente di Confindustria Emma Marcegalia, che sono dovuti entrare da un ingresso secondario.
La Cisl è lobiettivo preferito dei nuovi autonomi da quando, abbandonate le battaglie no-global, sono tornati ai temi del lavoro, in particolare sullonda della ristrutturazione della Fiat avviata da Sergio Marchionne. È dellestate scorsa laggressione a Bonanni durante la festa dellUnità di Torino. Gli lanciarono contro un fumogeno acceso e fecero interrompere il dibattito. Poi fu la volta degli autonomi romani che bersagliarono la sede nazionale della Cisl con uova, vernice e fumogeni.
Anche questa volta tutti hanno condannato laggressione. Dal ministro del Lavoro Maurizio Sacconi («Sono semplicemente dei violenti, non meritano altre considerazioni se non il disprezzo») al Pd Vannino Chiti allex segretario della Cisl. Bonanni ha definito gli autori della contestazione dei «fascisti» e, poi ha scherzato con gli invitati al convegno: «Chiedo scusa per linconveniente, vi confermo che lho fatto apposta, così ognuno si ricorda che ci sono queste cose qui». Poi, con tono più serio: «Oggi si dicono centri sociali, portano la camicia rossa ma sono sempre fascisti. Fra di loro non cè un lavoratore. Non ce lho con loro, ce lho con chi alimenta turbolenze. Si comincia in fabbrica ad essere intolleranti». Un effetto «valanga» che, anche nei decenni scorsi, è iniziato da «sceneggiate» come quella di ieri, per poi evolvere in modo imprevedibile. Un qualche risultato gli autonomi lhanno ottenuto.
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