Etiopia: condannati a morte i leader dell'opposizione

Il Governo imbastisce un processo farsa, senza prove, per togliere di mezzo chi non accetta la politica di Addis Abeba

Pugno di ferro contro l'opposizione in Etiopia. L'Alta Corte di Addis Abeba ha inflitto cinque condanne a morte, trentatrè ergastoli e altre pene minori ad alcuni dei principali leader che combattono il regime al potere. Il processo sarebbe basato su prove quasi inesistenti e sulle confessioni di alcune persone arrestate che, secondo le organizzazioni dei diritti umani, sarebbero state torturate. Fra l'altro i condannati all'ergastolo sono quasi tutti alti ufficiali dell'esercito con trascorsi militari gloriosi. Ma questa è la situazione del Paese, un Paese allo stremo per tante ragioni: un boom demografico spaventoso, siccità continue, la guerra fratricida con l'Eritrea, quella civile nell'Ogaden. E ancora il conflitto con la Somalia dove avanza l'integralismo islamico. In questo contesto drammatico, il Governo cerca di dare un colpo mortale all'opposizione.

Tutti gli accusati erano stati catturati in aprile e tenuti segregati «per motivi di sicurezza nazionale» fino alla loro comparsa davanti alla Corte. Fra i condannati a morte spicca Berhanu Nega che nel 2005 era stato eletto trionfalmente sindaco di Addis Abeba. E con lui Melaku Tefere, altra figura centrale dell'opposizione.

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