Milano - L’euro è vicino ai massimi di un mese contro il dollaro, in un mercato pessimista sulle prospettive di ripresa del mercato immobiliare negli Usa. Secondo le previsioni degli economisti, infatti, l’indice S&P/Case Shiller in arrivo domani e relativo ai prezzi delle abitazioni negli Usa dovrebbe essere piombato del 14,2% a marzo. E dall’indice di fiducia dei consumatori calcolato dal Conference Board, relativo al mese di maggio, il mercato si attende una discesa a quota 60 da 62,3 di aprile, ai minimi dall’agosto 1993.
Euro galoppante L’euro è salito fino a 1,5792 prima di rallentare a 1,5752 dollari, contro 1,5763 di venerdì, dopo aver segnato i minimi di un mese giovedì scorso a quota 1,5814. Secondo gli analisti di diverse banche d’investimento l’euro potrebbe tornare a infrangere la soglia degli 1,60 dollari questa settimana, dopo aver segnato il record di 1,6019 lo scorso 22 aprile. Dopo che la Federal Reserve ha tagliato i tassi per sette mesi consecutivi a partire dallo scorso settembre, il mercato aveva cominciato a ipotizzare un possibile rialzo a settembre.
Riviste le posizioni rialziste Le pressioni inflazionistiche e la crescita debole stanno però spingendo molti operatori a rivedere le proprie posizioni rialziste sui tassi e di conseguenza sul dollaro: ora la probabilità di un rialzo a settembre, calcolata in base ai futures, è scesa al 23%. Situazione opposta in Eurolandia, dove molti si aspettano che non ci sia affatto recessione e che l’economia riesca a limitare i danni della frenata statunitense. Tanto che dalla Banca centrale europea continuano ad arrivare segnali assolutamente contrari a ogni ipotesi di taglio dei tassi: il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, ha detto a Gerusalemme che i mercati emergenti stanno facendo da "cuscinetto" al rallentamento degli Usa, pur riconoscendo che la correzione dei mercati è tuttora in atto.
Processo di riaggiustamento Klaus Liebscher, membro austriaco del consiglio direttivo della Bce, ha detto oggi che l’attuale posizione di politica monetaria (con i tassi al 4% contro il 2% degli Usa) è in linea con lo scopo dell’istituto di Francoforte, che è quello di riportare l’inflazione media dei Quindici al di sotto del 2%.
Nout Wellink, anch’egli membro del board oltre che presidente della banca centrale olandese, ha invece detto che non è ancora chiaro quale sarà impatto economico delle turbolenze finanziarie degli ultimi mesi. "Siamo ancora nel mezzo di un processo di riaggiustamento, i mercati sono ancora fragili".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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