Nei primi tre mesi dell’anno, la crescita dell’economia degli Stati Uniti ha rallentato bruscamente il passo, per toccare il ritmo più contenuto dal primo trimestre del 2003. A incidere negativamente sulla sua performance, sono stati soprattutto la debolezza del mercato immobiliare e l’accelerazione dell’inflazione. Secondo quanto reso noto dal dipartimento del Commercio Usa, il prodotto interno lordo è salito infatti di appena l’1,3% nel periodo compreso tra il mese di gennaio e il mese di marzo, frenando in maniera significativa rispetto al quarto trimestre del 2006, quando era cresciuto del 2,5 per cento. L’incremento, appunto il più basso dal +1,2% dei primi tre mesi del 2003, è stato inoltre inferiore alle previsioni, con gli analisti che avevano stimato un rialzo del Pil dell’1,8 per cento.
Immediata è stata la reazione dei mercati, con i futures sugli indici azionari americani che hanno incrementato le perdite, e con l’euro che è balzato al valore record sul dollaro, volando fino a quota 1,3682. Ancora una volta, la moneta unica ha beneficiato così della debolezza del dollaro, alimentata quest’ultima dai timori degli investitori sul rallentamento dell’economia Usa; rallentamento che è stato confermato appunto con il dato di oggi.
L’indicatore ha messo in evidenza inoltre una crescita dell’inflazione, con l’indice sui prezzi per i consumi personali balzato del 3,4%, contro la flessione dell’1% del quarto trimestre. Escluse le componenti dei prezzi dei beni alimentati ed energetici, l’indice è salito del 2,2%, contro il +1,8% del quarto trimestre.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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